Bonus vacanza, ci prendono in giro! Il risparmio è un’illusione

Il bonus vacanza e l’effettivo risparmio che ne deriva. Cosa succede quando richiediamo il legittimo sconto?

Bonus vacanza
Bonus vacanza (Adobe)

Lo scorso anno per risollevare le sorti del turismo italiano, il Governo allora in carica, presieduto da Giuseppe Conte, ebbe la brillante idea di istituire il bonus vacanza per tutte le famiglie italiane rientranti in una determinata fascia di reddito. L’iniziativa avrebbe avuto due importanti obiettivi, mandare in vacanza le persone, stressate dai lockdown ed altre restrizioni del caso e consentire agli albergatori di guadagnare nel corso della stagione estiva incentivando in qualche modo il turismo.

Lo stesso bonus vacanza 2020 considerate defezioni scadenze e giochetti degli stessi albergatori, tendenti per la maggioranza a non accettare il sostegno statale dai clienti, viene dunque prorogato fino al prossimo dicembre. Di conseguenza, ancora oggi, le famglie italiane provano a prenotare le proprie vacanze usufruendo del prezioso bonus. Lo scontro con gli albergatori e gli imprenditori del settore in genere, però, resiste. Questi appaiono sempre meno restii ad accettare il bonus, o per lo meno, provano a guadagnarci ulteriormente su.

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Bonus vacanza, ci prendono in giro! Quando gli imprenditori barano

La verità rispetto al bonus vacanza è che non tutti gli imprenditori del settore sono felici di accettarlo. Spesso i pagamenti da parte dello Stato arrivano in ritardo e quindi di conseguenza si finisce per non avere di fatto, la disponibilità economica derivante dalla vendita di camere e quant’altro. Nell’arco della scorsa stagione estiva numerosi erano poi i trucchetti applicati dagli stessi imprenditori, o almeno da gran parte di essi. L’obbligo di dover spendere più dei 400 euro del bonus, l’obbligo dei giorni da prenotare, il fatto che non tutti accettavano il bonus, il più diffuso forse, tra gli atteggiamenti.

La moda attuale più diffusa, anche se non è difficile immaginare che accadesse anche prima è quella di aumentare le tariffe prima di accettare il bonus vacanza. In questo modo gli imprenditori vanno insomma sul sicuro. Guadagnarci in ogni caso, fare la cresta, insomma, per sopperire ai ritardi dello Stato in quelli che saranno i rimborsi o le detrazioni. Insomma, quelli che ci rimettono, alla fine, sono sempre i cittadini, i clienti che in un modo o nell’altro vengono colpiti o nel bonus o con l’extra obbligatorio.

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In pratica i clienti delle varie strutture, i cittadini, insomma, devono ben difendersi dagli aumenti esponenziali applicati dagli albergatori per sopperire ai ritardi dei rimborsi, considerare il fatto che per utilizzare il bonus spesso sono obbligati a spendere cifre considerevoli, obblighi su obblighi insomma. Per il resto, qualora fosse possibile, non bisogna fare altro che imbeccare la giusta offerta. Semmai fosse possibile.

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