Licenziamento: per quali motivi un lavoratore può essere sollevato dall’incarico

Il licenziamento dal lavoro può avvenire per diverse ragioni. Vediamo quali sono nel dettaglio le motivazioni per cui un’azienda può arrivare a ciò

Formalmente sono tre i casi che possono portare a questa drastica decisione per il lavoratore. Conoscerli è importante per poter evitare di perdere il posto di lavoro.

Licenziamento
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Il licenziamento è una pratica piuttosto estrema a cui ricorre chi è capo di un’azienda o di un’attività commerciale quando non ha più intenzione di proseguire il rapporto di lavoro con il dipendente.

Alla base di ciò ci possono essere diverse motivazioni. In questa sede andremo a scoprirle insieme in modo tale da poter capire in quali casi il capo può farlo in maniera lecita e consentita dalla legge.

I tre principali motivi che portano il datore ad optare per il licenziamento

Sostanzialmente sono tre le motivazioni che ci sono alla base di questa scelta. Andiamo a scoprirli nel dettaglio.

  • Licenziamento disciplinare: come suggerisce la dicitura avviene qualora ci sia un determinato comportamento non conforme alle regole da parte del lavoratore. Si pensi ad un dipendente litigioso e che crea problemi ai suoi colleghi in maniera reiterata.
  • Licenziamento economico: in questo cado è giustificato da ragioni di carattere produttivo e organizzativo dell’azienda. La crisi dell’attività può essere l’esempio più calzante sotto questo punto di vista. Durante il periodo covid sono stati molteplici i licenziamenti di questo tipo.
  • Licenziamento per giustificato motivo soggettivo: è dovuto da condotte meno gravi del licenziamento disciplinare, ma comunque sufficientemente incisive al fine della rottura del rapporto di fiducia tra datore e dipendente.

A questi si potrebbe aggiungere il licenziamento per giusta causa che è determinato da condotte particolarmente gravi. Di base è una forma di licenziamento disciplinare. Quando si ricorrere a questa formula significa che è successo qualcosa di talmente clamoroso tale da non rendere possibile la prosecuzione del rapporto di lavoro neanche per un giorno.

Non c’è un periodo di preavviso. Il licenziamento avviene in tronco, ovvero nel momento in cui si riceve la lettera di che decreta la conclusione dell’esperienza lavorativa. Sicuramente è la soluzione più dura, ma probabilmente quella più efficace quando il dipendente “l’ha fatta grossa”.

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