Lavoratori, priorità alla sicurezza: rischia anche il datore di lavoro

Fra gli adempimenti obbligatori per la sicurezza sul lavoro, ne figurano alcuni che espongono il datore al rischio di incorrere nel penale.

 

Il tema della sicurezza sul lavoro, per quanto possa sembrare apparentemente scontato, richiede ancora un’estrema attenzione. E non solo per arginare il numero delle cosiddette “morti bianche”.

Lavoro rischio reclusione
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La legislazione in questo senso è chiara. La Costituzione stessa, infatti, prevede che il datore di lavoro riconosca ai suoi dipendenti dei diritti fondamentali. Il concetto di tutela e sicurezza, tuttavia, si estende anche a tutti i lavoratori in senso generale. È chiaro che in un rapporto di lavoro entrambi gli attori (datore incluso) siano tenuti al rispetto di alcuni obblighi. Tuttavia, di diritti basilari devono essere garantiti: ad esempio, chi lavora dovrà avere diritto a una retribuzione, alle ferie e al riposo settimanale. Inoltre, in caso di malattia, è necessario che vengano corrisposti degli strumenti di previdenza, che possano così compensare eventuali mutamenti delle condizioni fisiche dovute a vecchiaia, patologie o infortuni. Il tutto in un quadro piuttosto semplice ma articolato allo stesso tempo.

Spetta al datore di lavoro, infatti, assicurarsi che tutto combaci alla perfezione. Prima di tutto, sarà suo dovere assicurarsi che nel contratto di collaborazione (obbligatorio in tutte le forme di lavoro dipendente) siano presenti tutte le condizioni essenziali per il rispetto dei diritti del lavoratore. Lo step primario, sia per garantire i diritti sanciti costituzionalmente che, parimenti, per non andare incontro a divergenze rispetto alla Legge. La quale, ad esempio, non prevede che vengano assunte persone prive di contratto, quindi retribuite in nero. Le sanzioni, in questi casi, possono essere estremamente pesanti. L’assenza di contratto potrebbe comportare la violazione del diritto a uno stipendio equo e ad altre garanzie basilari, come le ferie o il riposo settimanale. Questo perché, appunto, non esisterebbe una definizione scritta del rapporto di lavoro.

Lavoro, gli obblighi del datore: le sanzioni previste in caso di inadempienza

È chiaro che la Legge interviene in tutela dei lavoratori. Il punto è che gli obblighi del datore di lavoro non si limitano a una corretta condizione contrattuale del proprio dipendente. Esistono infatti altre incombenze che, se non rispettate, potrebbero provocare problematiche serie, addirittura con un rischio di tre anni di reclusione e un risarcimento per danni. Il tutto per violazione di una normativa che tratta proprio la materia della sicurezza. Ossia, un tema basilare anche in presenza di una regolare stabilità contrattuale. Anche in questo caso il raffronto è con una legge specifica, ovvero il T.U. Sicurezza sul lavoro, in particolare per quel che riguarda il Decreto legislativo 81 del 2008. Il datore, in sostanza, è tenuto a valutare i rischi per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, in pratica soppesando i potenziali rischi ai quali potrebbe essere esposto il lavoratore.

In questo senso, fra gli obblighi si prevede un programma i prevenzione in base proprio al fattore di rischio e a seconda del tipo di attività svolta dai dipendenti. Compito del datore è quindi l’eliminazione, laddove possibile, o la riduzione al minimo dei rischi per chi lavora per lui. Inoltre, figura il dovere di procedere al controllo sanitario dei lavoratori, di adibire coloro esposti a rischio a mansioni che tendano a diminuirlo. Importante anche l’informazione, oltre che la formazione, sia dei dipendenti che dei dirigenti in materia di sicurezza sul lavoro. Qualora il datore non si prodighi nell’adempimento di tali obblighi, secondo l’ordinanza 18427 della Cassazione si tratterà di una responsabilità presunta. In caso di infortunio, il datore dovrà dimostrare di aver adottato, a norma di legge, tutte le precauzioni del caso. Viceversa, incorrerebbe nel penale.

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