Si prevedono aumenti degli stipendi tra dicembre e gennaio. Le retribuzioni saranno più alte per diversi motivi, scopriamo quali.
Aprire la busta paga e leggere una cifra più alta rispetto al solito. Non è un sogno ma un regalo delle festività natalizie.
Numerosi lavoratori si lamentano di ricevere retribuzioni troppo basse rispetto al costo della vita attuale. Considerando gli aumenti generali non si può dar loro torto. Le retribuzioni, infatti, non sono cresciute di pari passo con l’inflazione. Lo faranno ad anno nuovo? Se il Governo creerà interventi efficaci da inserire nella Legge di Bilancio di prossima uscita la risposta potrebbe essere positiva ma mai quanto le aspettative dei cittadini. Il taglio del cuneo fiscale ha comportato piccoli aumenti quasi impercettibili soprattutto per i lavoratori dagli stipendi meno alti. Il Bonus 200 euro insieme a quello da 150 euro hanno regalato un sorriso sul volto dei cittadini ma è la tredicesima a far trarre un profondo sospiro di sollievo. La mensilità aggiuntiva arriva come una manna dal cielo in un periodo di spese eccessive. In più tra dicembre e gennaio si potranno rilevare altri aumenti, non onerosi ma che comunque incideranno sull’importo finale della busta paga.
Aumenti degli stipendi, ecco il motivo
Il Bonus Natale e Capodanno – se così vogliamo definirli – comporteranno dei piccoli aumenti degli stipendi tra dicembre e gennaio. Parliamo di incrementi legati ad una coincidenza del 2022. Il 25 dicembre e il 1° gennaio cadono di domenica. Di conseguenza, Natale e Capodanno rientreranno tra le festività non godute. Sono, infatti, giorni non lavorativi e, dunque, non si godrà del giorno di riposo retribuito che solitamente viene riconosciuto durante le festività nazionali.
Se la festività nazionale coincide con la domenica, quindi, al lavoratore spetta una retribuzione maggiore dato che andrà ad aggiungersi una giornata retributiva in più anche se non lavorata. La vigilia di Natale e di Capodanno, invece, non sono considerate giornate festive e dunque non prevedono alcuna retribuzione extra.
Sgravio fiscale in aumento
Dal mese di luglio è attivo uno sgravio fiscale del 2% che sarà applicato anche sulla tredicesima consentendo, così, un aumento in busta paga. Questo stesso sgravio è stato confermato per il 2023 ma si aggiungerà un ulteriore 1% per le retribuzioni lorde inferiori a 1.584 euro. Lo sgravio arriverà al 3% per tanti lavoratori mentre l’aliquota contributiva è fissata al 6,19%. L’aumento sarà di 10 euro circa per uno stipendio di mille euro e di 15 euro per una retribuzione di 1.584 euro.
I dipendenti pubblici, infine, potranno contare su un aumento provvisorio dell’1,5% che li accompagnerà fino alla definizione dei nuovi contratti collettivi. L’incremento va considerato, in questo caso, al lordo. Di conseguenza, i lavoratori vedranno la busta paga crescere di circa 22,50 euro per uno stipendio di 1.500 euro.