Conto corrente, dubbio sciolto: perché cambiarlo (a volte) conviene

Vagliare le varie opzioni di conto corrente non è una mossa sbagliata. Effettuare il passaggio del proprio denaro, in alcuni casi, potrebbe essere conveniente.

 

Si prediliga una banca totalmente online o un classico istituto di credito, il conto corrente resta lo strumento supremo per la gestione del proprio denaro. Oltre che per la sua conservazione naturalmente.

Cambio conto corrente
Foto © AdobeStock

Da banca a banca, tutto avviene in modo sostanzialmente speculare: al correntista vengono affidate delle coordinate Iban identificative e, di conseguenza, la possibilità di effettuare operazioni sia in entrata che in uscita, a fronte di un corrispettivo valido come costo di conto corrente. Tendenzialmente, l’abitudine ci porta a mantenere inalterati i nostri rapporti con l’istituto di credito al quale affidiamo i nostri risparmi. Tuttavia, una comparazione periodica delle varie offerte rende il parco delle opportunità decisamente più esteso. In questo senso, cambiare non sarebbe esattamente una mossa sbagliata. Certo, tutto dipende dalla convenienza di un determinato conto corrente in termini di costi.

In sostanza, in linea generale, affezionarsi troppo al proprio conto corrente non conviene. Specialmente se si ragiona nell’ottica delle spese relative, sia fisse che variabili. L’imposta di bollo è quella principale alla quale fare attenzione, anche se può essere elusa semplicemente gestendo il proprio conto facendo in modo di tenere la cifra totale al di sotto di una certa soglia. A ogni modo, esistono anche altre spese che, fin troppo spesso, non vengono tenute in debito conto. A cominciare dall’età del conto corrente, ossia il tempo trascorso dal momento dell’apertura. Una variabile che potrebbe incidere sui costi complessivi.

Conto corrente “anziano”, ecco quando conviene cambiare

Il passaggio a un nuovo conto corrente, magari a condizione anche più convenienti, potrebbe avvenire anche tramite la medesima banca. Tuttavia, è decisamente più probabile che le condizioni migliori vengano trovate valutando le offerte di diversi istituti di credito. Senza contare che, in ogni caso, sarebbe comunque la banca a sbrigare il lavoro burocratico del passaggio da un conto all’altro. Incombenza del correntista, invece, sarà restituire alla banca appena lasciata il libretto degli assegni (se in possesso) e tutte le carte di pagamento, di credito e/o di debito, tenendo presente i pagamenti in sospeso che andranno anch’essi trasferiti sul nuovo conto. Da quel momento, sarà compito del titolare del conto corrente la comunicazione della variazione a tutti gli enti tenuti a versamenti nei suoi confronti, a cominciare dal datore di lavoro e da eventuali finanziarie che prelevano denaro per onorare dei pagamenti.

Un ultimo accorgimento riguarderà gli eventuali titoli di investimento sottoscritti dal correntista. In questi casi, sarà conveniente trasferire il tutto sul conto corrente appena aperto per una mera questione di costi: mantenerne aperto uno vecchio, infatti, significherebbe sostenere delle spese senza averne un beneficio, viso che il conto in questione sarebbe a tutti gli effetti inutilizzato. Senza contare che l’operazione di chiusura non comporterà alcun costo. In sostanza, una volta acclarata la convenienza del passaggio, non ci sarà da sborsare un euro per far cessare l’attività del vecchio conto. Le uniche spese saranno relative al nuovo ma questo vale per ogni conto corrente.

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