Termosifoni, la stretta sui riscaldamenti ci sarà: cosa dobbiamo aspettarci

Quando potremo accendere i termosifoni? I mesi freddi dell’anno si preannunciano ancora più gelidi a causa della stretta sui riscaldamenti.

L’aumento del costo del gas impone una stretta sui riscaldamenti da nord a sud Italia. Scopriamo cosa aspettarci nei prossimi mesi.

termosifoni
Adobe Stock

Le conseguenze del conflitto in Ucraina e delle sanzioni alla Russia le stiamo sentendo sulla nostra pelle e sui nostri portafogli. I prezzi crescenti sono insostenibili per tante famiglie e le nere previsioni per i prossimi mesi non aiutano a guardare al futuro con speranza. I costi dell’energia elettrica e del gas subiranno un’ulteriore impennata nel mese di ottobre e tanti contribuenti si ritroveranno con bollette impossibili da pagare. In più, si prevede la necessità di razionamento del gas per ridurre i consumi nel momento in cui se ne avrà più bisogno, ossia quando il freddo renderà necessario accendere i termosifoni. Tanti cittadini hanno, nei mesi passati, acquistato stufe a pellet o sistemi di impianto alternativi per cercare di risparmiare in bolletta. La maggior parte della popolazione, però, è ancora dipendente dal gas e il razionamento sarà conseguenza inevitabile.

Termosifoni, potremo accendere i riscaldamenti?

L’obiettivo è ridurre gradualmente la dipendenza dell’Italia dalla Russia in merito alla fornitura del gas. A pagare lo scotto gli Italiani con la razionalizzazione del gas preventivata per i prossimi mesi dall’esecutivo di Mario Draghi. Sarà necessario abbassare di un paio di gradi le temperature dei termosifoni, evitare accensioni prolungate e si pensa anche ad un piano di riduzione dei consumi per le scuole. La settimana corta consentirebbe di avere un giorno in più – il sabato – di risparmio e diversi istituti italiani si stanno adeguando a questo piano. Ma in linea generale quali sono le misure annunciate dal ministro Cingolani?

Nei prossimi giorni il ministro della Transizione Ecologica dovrebbe firmare un Decreto contenente le direttive per i mesi più freddi dell’anno. Tra le misure note l’abbassamento delle temperature dei termosifoni da 20 a 19 oppure 18 gradi e l’accensione ridotta di un’ora o due al giorno. Questi i due punti principali di un sistema di strategie più ampio che coinvolge tutti i cittadini. Al momento, però, Cingolani non ha accennato alla riduzione dell’illuminazione pubblica né delle vetrine o dei monumenti così come non ha parlato dello smartworking per il servizio pubblico.

Assopetroli avanza una nuova proposta

L’Associazione Assopetroli-Assoenergia ha lanciato un suggerimento in merito all’accensione dei termosifoni. La proposta inoltrata al Ministro Cingolani è di posticipare l’accensione di 15 giorni e anticipare lo spegnimento di due settimane. In questo modo si garantirebbe un a riduzione dei consumi annui per famiglia del 10% pari a circa 1,5 milioni di metri cubi di gas. In più si aggiungerebbero i risparmi delle PA e del settore terziario.

La riduzione, però, dovrebbe essere diversificata per zona climatica. Ricordiamo che l’Italia è suddivisa in sei zone climatiche e il posticipo di 15 giorni riguarderebbe principalmente la fascia E con un risparmio pari al 70% del totale. In attesa del Decreto e delle direttive generali, ogni Comune si sta attivando per prendere decisioni in autonomia al fine di garantire un risparmio energetico rilevante e la riduzione dei consumi del gas.

Impostazioni privacy