Chiusure bancomat, a pagarne le spese sono i clienti: ecco in che modo

Le chiusure dei bancomat sono sempre più in aumento. Un fenomeno che incide e non poco sui consumatori, che devono fare i conti con delle pesanti conseguenze 

Bancomat

La diminuzione sempre più consistente dei bancomat è ormai sotto gli occhi di tutti. La crisi generata dal covid, ha portato alla chiusura di molte filiali e anche di diversi sportelli dove è possibile prelevare denaro.

I numeri in tal senso parlano chiaro. Sportelli Atm e banche si sono ridotte del 3,4% rispetto al 2019, con la chiusura di ben 831 sportelli soltanto nel 2020. Banca d’Italia ha diffuso dei dati piuttosto allarmanti sotto questo punto di vista, basti pensare che nel nostro paese c’è una banca ogni 2522 abitanti e in 2802 comuni non esiste un’istituto di credito.

Bancomat in chiusura: le conseguenze per i correntisti

Questo andamento ha naturalmente degli effetti sui clienti, che stanno patendo e non poco la prolungata fase di difficoltà del settore. Anche nel Regno Unito l’andamento è il medesimo a testimonianza di come la pandemia abbia avuti dei risvolti anche da un punto di vista economico e non solo per quanto concerne la sanità.

Tornando in Italia, le due regioni che stanno patendo più difficoltà per via di questo andamento sono il Lazio con un -3,5% di filiali e soprattutto la Valle d’Aosta con -6,3%. 

In questo modo si vengono a creare delle situazioni piuttosto disagianti. Ad esempio coloro che vogliono spendere dei contanti nei piccoli centri nei negozi vicino casa, alla lunga sono svantaggiati visto che non hanno la possibilità di poter prelevare.

Certo, l’obiettivo è anche quello di ridurre sempre di più l’utilizzo del contante, ma il processo deve essere graduale e non drastico e costringente. La beffa più clamorosa riguarda però i costi di commissioni, che per forza di cose aumenteranno.

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Fino ad ora per i prelievi effettuati presso banche differenti dalla propria avevano un costo medio di 0,49 centesimi (commissioni interbancarie). Un costo che la banca emittente della carta paga a quella proprietaria dell’ATM per l’utilizzo del servizio da parte di un suo cliente.

La banca di riferimento può poi decidere se applicare una commissione al correntista per avere effettuato il prelievo fuori sede. La commissione interbancaria dovrebbe scomparire, ma le banche proprietarie degli ATM sono sempre più orientate ad istituire dei costi per i prelievi eseguiti da clienti di altri istituti di credito.

Una strategia ben chiara, che ha come obiettivo quello di “prendersi” il cliente, che così non dovrà più sostenere questi costi durante le operazioni di prelievo.

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