Governo Draghi, rivoluzione pensioni con lo spettro del passato

Sembra che in materia di pensioni il nuovo Governo voglia attuare una vera e propria rivoluzione del sistema pensionistico, e torna in auge la riforma voluta 10 anni fa dall’allora ministro Fornero.

La riforma delle pensioni potrebbe portare all’introduzione di una formula di previdenza obbligatoria per chi chi non avrà le integrazioni minime; e poi urge un adeguamento delle pensioni anticipate.

Quota 100 scade del tutto il 31 dicembre 2021. Ecco perché si sta lavorando per evitare lo scalone dei cinque anni di età, che porterebbe così all’aumentare del vincolo dell’età anagrafica da 62 a 67 anni.

Graziano Delrio del Pd, ha proposto Quota 92, offrendo maggiori garanzie ai giovani in cerca di lavoro e un incremento degli aiuti in favore delle donne e degli uomini lavoratori che effettuato delle attività lavorative usuranti.

Con quota 92 sarebbe possibile accedere all’assegno pensionistico in anticipo a 62 anni ed un’anzianità contributiva di 30 anni di contributi. Si tratta in questo caso di una pensione anticipata che potrà essere richiesta da parte di tutti coloro che hanno compiuto almeno 64 anni di età anagrafica e con almeno 38 anni di età contributiva.

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Il 2022 sarà un anno fondamentale per il sistema pensionistico. Questo potrebbe davvero esser modificato dalle basi. Ma chissà quali saranno le reazioni dei lavoratori sulle decisioni e sulle novità.

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