“Alla larga da WhatsApp”. Avviso agli utenti, il motivo è incredibile

Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, invita gli utenti Telegram a disinstallare WhatsApp. A suo dire, il pericolo hacker non sarebbe cessato.

 

Fra il 2020 e il 2021, era stato registrato l’apice dello scontro a distanza fra le due principali applicazioni di messaggistica istantanea. WhatsApp da un parte, con le sue beghe legato a un discusso aggiornamento, e Telegram dall’altra, pronta a cogliere l’occasione.

WhatsApp Telegram
Foto © AdobeStock

In realtà, l’app di Pavel Durov non aveva fatto granché per insidiare la leadership di WhatsApp. O meglio, niente che andasse al di là della libera concorrenza. Era stata proprio l’app di Menlo Park a complicarsi la vita, incappando, secondo i clienti, in un deficit di chiarezza sull’aggiornamento necessario per migliorare gli standard di privacy. Un passaggio che la maggior parte degli utenti non aveva preso nel verso giusto, temendo in realtà per l’inviolabilità dei propri dati. Proprio in quei giorni, Telegram iniziò a ritrovarsi un numero sempre crescente di iscritti, tanto da dover aggiornare velocemente l’applicazione per adeguarsi alle aspettative di un così vasto parterre di nuovi utenti.

Una rivalità che, a ogni modo, non aveva spodestato WhatsApp dal trono di app di messaggistica per eccellenza. Anche per via delle funzioni non proprio identiche di Telegram, concepita per altri obiettivi e ritrovatasi  a dover sostenere nuovi standard di servizio. Di recente, però, si è registrato un nuovo sprint nel dualismo con la controllata di Meta, portato nientemeno che da Pavel Durov in persona. In un post pubblicato sul suo canale ufficiale di Telegram, infatti, il fondatore ha messo in guardia gli utenti dall’uso di WhatsApp. Per un problema “semplice” quanto pericoloso: gli hacker.

“Pericolo hacker”: perché il fondatore di Telegram punta il dito contro WhatsApp

Nel suo post, destinato fin dalla sua pubblicazione a suscitare polemica, Durov aveva affermato che gli utenti WhatsApp fossero esposti più di altri al rischio di violazione della propria privacy. “Gli hacker potrebbero ottenere pieno accesso ai dati memorizzati sugli smartphone”, aveva scritto. E questo, a suo avviso, per una possibile falla del sistema di sicurezza, peraltro rilevata dallo stato maggiore dell’applicazione. In effetti, non molti giorni fa Meta aveva parlato di due distinti bug nei sistemi operativi che regolano il funzionamento di WhatsApp, indicandoli peraltro come molto pericolosi. Un difetto (anzi, due) in realtà corretto dai tecnici, che avevano disposto un aggiornamento ad hoc e messo in circolazione già ulteriori versioni dell’app, del tutto prive delle falle tanto temute.

Secondo Durov, però, nemmeno l’ultimo aggiornamento sarebbe risolutivo in toto. E lo afferma ponendo come esempio il rilevamento piuttosto periodico di bug o difetti vari nei sistemi di sicurezza di WhatsApp. In sostanza, secondo il papà di Telegram, l’applicazione si ritroverebbe ciclicamente con problemi di questo tipo. Anzi, il Ceo rincara la dose: “È quasi certo che esista già una nuova falla di sicurezza, e tali problemi non sono casuali: sono piantati in backdroor. Se una backdoor viene scoperta e deve essere rimossa, ne viene aggiunta un’altra”. Durov ha affermato di aver tolto WhatsApp dal suo telefono già diversi anni fa, invitando gli utenti Telegram a fare altrettanto. Ma è chiaro che il confine tra strategie di marketing e suggerimento assennato, in un contesto come questo, è decisamente labile. Forse troppo per poter sperare di convincere tutti.

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