Pioggia di licenziamenti, si salvano solo questi settori: l’inflazione trafigge il mondo del lavoro

L’inflazione sta infliggendo un duro colpo al mondo del lavoro. Licenziamenti, blocchi delle assunzioni, revoca di offerte di lavoro, la situazione è drammatica e volta al peggioramento.

Cerchiamo di capire se esistono settori che si salveranno dalle conseguenze dell’inflazione sul mercato del lavoro.

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La pandemia e la guerra in Ucraina hanno sconvolto il mercato del lavoro rendendo instabile un mondo che di problematiche ne è sempre stato pieno (almeno in Italia). Le previsioni di una recessione imminente con un’inflazione che cresce inesorabilmente rendono ancora più funesto il quadro generale e ci si chiede come si potrà trovare lavoro non tra pochi anni ma tra pochi mesi. Tante aziende licenziano personale per sopravvivere, altre bloccano le assunzioni, altre ancora revocano offerte di lavoro. Tutto questo mentre si raccolgono denunce da parte di alcuni esercenti della mancanza di persone con desiderio di lavorare a causa del Reddito di Cittadinanza. La confusione dilaga, il clima è sempre più incerto e l’unica sicurezza è che le prospettive di lavoro peggioreranno. Questo è quanto affermato da Laurence Ball, professore di economia alla John Hopkins University.

Inflazione e mondo del lavoro, cosa sta accadendo

Dove non manca la volontà di lavorare da parte dei giovani ci si scontra con offerte di lavoro che propongono retribuzioni totalmente inadeguate per affrontare l’attuale costo della vita. L’impossibilità di trovare un’occupazione soddisfacente potrebbe essere legata al settore di riferimento. In un periodo di crisi economica, infatti, alcuni settori sono più a rischio recessione di altri. Conoscendo gli andamenti generali è possibile scegliere il giusto percorso di studi o di formazione per incanalarsi nel tunnel delle professioni di successo che meno temono l’inflazione e le sue conseguenze.

Gli analisti americani hanno individuato quattro settori dalle performance migliori e identificato i settori dalle maggiori perdite. L’indagine ha fatto riferimento alla storia passata e, nello specifico, alla recessione del 2007/2009. Forti cali occupazionali sono stati registrati nel settore manifatturiero e delle costruzioni. La spiegazione è semplice. Dove c’è crisi si tende a limitare le gradi spese soprattutto se superflue. Per cambiare casa ci sarà tempo così come per guidare un’auto nuova.

I settori occupazionali più forti

I settori che offrono maggiore sicurezza sul lavoro in tempo di crisi sono quello dell’assistenza sanitaria, del Governo, tecnologico dell’informazione e del computer e della formazione scolastica. Si tratta, infatti, di servizi necessari per la popolazione indipendentemente dalla presenza di recessione o sviluppo.

Il giovane che sta iniziando la strada di formazione professionale, dunque, può tenere conto di queste direttive per mettere al sicuro il proprio lavoro dall’inflazione e da recessioni attuali e future. Ciò non significa che optando per un altro settore si vada necessariamente incontro ad un esito negativo. Le capacità professionali, la competenza, la serietà, la flessibilità e l’adattamento sono caratteristiche che aiuteranno ad eccellere indipendentemente dal settore scelto, sia in tempi di crisi che di espansione. Avere la mente aperta, disposta ad accogliere nuove conoscenze e, perché no, a reinventarsi, poi, è il segreto da non scordare per affrontare ogni situazione con un sorriso e per rialzarsi qualora si dovesse cadere.

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