Una subdola epidemia colpisce il 60% della popolazione, l’OMS avvisa: va fermata subito

Un’epidemia che agisce di nascosto e che colpisce il 60% della popolazione europea. Vittime sono genitori e figli, uomini e donne, giovani e anziani.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia un allarme. Un’epidemia silenziosa causa 1,2 milioni di decessi all’anno. Non sarà il Covid, non sarà l’epatite acuta ma va combattuta subito.

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Quando si sente parlare di “epidemia” il pensiero corre al Covid e ai danni che ha causato in poco più di due anni. Il numero di morti, le conseguenze psicologiche, la crisi economica, i fallimenti di imprese e negozi, la pandemia mondiale ha scatenato il panico generale e la ripresa è iniziata da poco. Restando sul piano della salute, da poche settimane imperversa il pericolo di un’ulteriore epidemia. Parliamo dell’epatite acuta che sta colpendo numerosi bambini nel nostro continente e che sembrerebbe essere arrivata anche in Italia. Casi particolari, eventi inaspettati e traumatici ma non occorre dimenticare che ci sono epidemie presenti da molto più tempo di cui si parla poco pur causando numerose morti. L’OMS parla di 1,2 milioni di decessi in un anno e la colpa è imputabile all’obesità.

L’epidemia da combattere: l’obesità

L’Organizzazione Mondiale della Sanità denuncia una pericolosa situazione in relazione all’obesità. Questa epidemia non risparmia nessuno, grandi e piccini, e l’Europa risulta particolarmente colpita anche più degli Stati Uniti. Il 60% degli adulti europei è in sovrappeso oppure obeso. Gli uomini sono i più colpiti, il 63% circa, e le donne leggermente di meno, il 54%. Arrivano, poi, i numeri legati ai bambini e qui i dati rivelano una situazione allarmante. Un bambino su tre soffre di obesità oppure di sovrappeso.

Un indice di massa corporeo troppo elevato comporta problemi di salute anche piuttosto gravi. Dalla disabilità alla morte, da qui l’attenzione richiesta dall’OMS in relazione a questo fenomeno che sta diventando troppo diffuso.

La situazione in Italia

In Italia le percentuali di riferimento all’obesità sono del 65,3% per gli adulti maschi e del 51% per le donne, in linea, dunque, con i risultati europei. I dati descrivono una situazione più allarmante per i bambini. Il tasso di obesità per bambini di età compresa tra 5 e 9 anni è del 42% distribuito nel 44,7% per i maschi e 39,2% per per bambine. Percentuali elevate che fanno ottenere all’Italia un record in negativo. Occorre considerare, infatti, che la media europea si attesta intorno al 29%.

In linea generale, i tassi più elevati si registrano nei Paesi che affacciano sul Mar Mediterraneo e nelle nazioni dell’Europa orientale. Le Grecia raggiunge le percentuali italiane ma non è l’unico Paese a registrare un’epidemia di persone obese o in sovrappeso. Il report dell’OMS segnala come il fenomeno sia maggiormente diffuso tra le persone con un’istruzione inferiore registrando i dati più preoccupanti nelle zone in cui i fattori socio-economici (reddito, istruzione, residenza e lavoro) sottolineano una profonda disuguaglianza.

L’obesità non deve essere sottovalutata

I problemi di salute rilevati nelle persone obese possono portare alla morte. L’OMS ha stabilito che l’obesità è la quarta causa di morte dopo l’ipertensione, i rischi alimentari e il tabacco. Inoltre il sovrappeso è associato a tredici diversi tipi di cancro. La pandemia ha, naturalmente, peggiorato la situazione complice la sedentarietà e il consumo di cibi “spazzatura”.

La prevenzione, dunque, è fondamentale per non mettere a rischio la propria salute. L’obiettivo è sensibilizzare le persone e invogliarle ad un corretto stile di vita e ad una sana alimentazione. Dato che l’obesità è influenzata dall’ambiente è necessario intervenire sul contesto a partire dalle pubblicità di alimenti e bevande malsane. Inoltre è bene occuparsi del sovrappeso a partire dai più piccoli educando fin dai primi anni di vita ad una vita salutare. E’ compito dello Stato mettere in atto misure capaci di combattere efficacemente questa silenziosa epidemia che agisce di nascosto provocando numerosi decessi. La proposta di interventi parte dall’Ufficio Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili e si spera che i Paesi europei recepiscano il messaggio attivandosi per risolvere un rilevante problema.

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