Conto corrente, occhio alle spie: c’è chi può sapere quanti soldi abbiamo

Attenzione, c’è chi può spiare il tuo conto corrente e sapere quanti soldi hai. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Non solo il Fisco, anche altri soggetti possono controllare, in determinati casi, il conto corrente, ma come è possibile?

Conto corrente spia
Foto © AdobeStock

Sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere mano al portafoglio al fine di acquistare beni e servizi di nostro gradimento. Una chiara dimostrazione di come il denaro, pur non essendo garanzia di felicità, ci aiuti a far fronte a diversi problemi. Proprio in tale ambito, pertanto, a rivestire un ruolo importante si annovera il conto corrente, che  consente di tenere i propri soldi in sicurezza.

Allo stesso tempo si invita sempre a non abbassare la guardia, in quanto vi sono alcuni movimenti che potrebbero finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco e degli stessi istituti di credito. Oltre all’Agenzia delle Entrate, però, vi sono altri soggetti che possono spiare il conto corrente e sapere quanti soldi hai. Ma come è possibile? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Conto corrente, occhio alle spie: tutto quello che c’è da sapere

Qualche giorno fa abbiamo visto assieme che il conto cointestato può finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco che può decidere di effettuare dei controlli. Proprio l’Agenzia delle Entrante, d’altronde, ha la possibilità di accedere ai dati dei conti correnti dei contribuenti al fine di controllare che non siano stati commessi reati di evasione fiscale.

Ebbene, a tal proposito interesserà sapere che anche altri soggetti, oltre all’Agenzia delle Entrate, possono controllare il conto corrente e sapere quanti soldi ci sono. Tra queste si annoverano, come è facile intuire, la Guardia di Finanza che lavora assieme all’Agenzia delle entrate proprio per contrastare l’evasione fiscale.

Ma non solo, anche gli enti locali possono accedere ai dati dei conti correnti. Basti pensare a Comuni, Province e Regioni che in questo modo possono riscuotere più facilmente tributi e tasse di competenza. Stesso discorso per i creditori che, previa autorizzazione da parte del giudice, possono procedere con un decreto ingiuntivo. Una situazione in seguito alla quale il debitore si ritrova a dover fare i conti con il pignoramento dei propri soldi.

Per finire ricordiamo che nell’agosto del 2021 il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo inerente l’attuazione della direttiva UE 2019/1153. Proprio quest’ultima, come già detto, amplia la platea dei soggetti che possono effettuare controlli.

Oltre ai soggetti poc’anzi citati, infatti, si annoverano anche polizia giudiziaria, questura, direttore della Direzione investigativa antimafia, ovvero DIA, ma anche Ministero dell’Interno e l’Aro, ovvero l’ufficio nazionale per il recupero dei beni.

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