Ossido di etilene, altro ritiro dagli scaffali: 30 compresse da evitare

Un integratore alimentare è stato richiamato dal Ministero della Salute per la presenza di tracce di ossido. L’ultimo di una lunga serie.

Ossido di etilene integratori
Foto © AdobeStock

Ancora un ritiro dagli scaffali, ancora l’ossido di etilene che colpisce. I richiami precauzionali sono ormai una costante, specie dopo il giro di vite dell’Unione europea. Resta comunque un dato di fatto: la presenza della sostanza in quantitativi ritenuti rischiosi riguarda uno svariato numero di prodotti. Cibi, bevande e persino integratori, indifferentemente. Anche per questo a Bruxelles si è deciso per la svolta, con l’obiettivo di ridurre a zero il rischio di effetti negativi portati dal composito, potenzialmente cancerogeno se ingerito in quantità consistenti.

Come detto, le nuove normative hanno portato a un effetto domino. Da dolci e gelati, preparati con farina di semi di carrube (particolarmente soggetta all’azione dei pesticidi e quindi dell’ossido), fino alle bevande vegetali lavorate con gomma di guar come addensante, persino la porchetta Igp (a causa di Listeria monocytogenes, un batterio) non era sfuggita alle precauzioni adottate dal Ministero della Salute. E, in ultimo, anche agli integratori hanno detto la loro. Quindi un’attenzione sempre maggiore al benessere alimentare dei cittadini.

Ossido di etilene, integratori ritirati dagli scaffali: i lotti

L’ultimo richiamo in ordine cronologico riguarda proprio un integratore alimentare, l’Estendia, prodotto dall’azienda Istituto Lusofarmaco d’Italia. Il Ministero della Salute, a seguito di alcune segnalazioni, ha disposto il ritiro preventivo di due lotti per via della presenza di “tracce di ossido di etilene in concentrazione superiore ai limiti consentiti all’interno di una materia prima e del prodotto finito”. Si tratta, nello specifico, di confezioni da 30 compresse con numeri di lotto E07896 e E07897.

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Il termine minimo di conservazione (Tmc) è fissato al 23 maggio 2023. Il ritiro disposto dal Ministero è stato riferito da ilFattoalimentare.it. Come detto, il prodotto è stato realizzato per l’azienda Istituto Lusofarmaco d’Italia da Fine Foods & Pharmaceuticals Ntm Spa, nello stabilimento di Zingonia Verdellino (situato in Via Berlino 39), nella provincia di Bergamo. La raccomandazione è sempre la stessa: non consumare il prodotto con i numeri di lotto in questione. E, in caso di acquisto, restituirlo al punto vendita.

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