Assegni familiari, come funziona col part-time: regole e importi

Come si calcolano gli assegni familiari (Anf)? In realtà esistono delle tabelle dedicate ma fra part-time e full-time possono sussistere variazioni.

Assegni Anf
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In attesa della novità dell’Assegno unico, prevista a partire dal 2022 (ma già presente in forma di misura ponte), qualche domanda continua a porsi anche in merito agli Assegni al nucleo familiare (Anf). Un’agevolazione ancora vigente per le famiglie e che, assieme ad altre misure ad hoc, cesserà di sortire i suoi effetti una volta entrato a regime il nuovo provvedimento. I principali dubbi riguardano gli importi, ovvero quanto effettivamente viene versato ai beneficiari. La base di partenza è comune, nonostante i requisiti siano differenti: per la precisione, quello del rapporto fra ore lavorative e importo.

In questo senso, emerge la questione del rapporto part-time. Ovvero se un dipendente con un contratto di lavoro a orario ridotto, con conseguente reddito più basso, possa accedere al provvedimento e in quale misura. Chiaramente, le differenze di orario fra un lavoratore full-time e uno part-time rendono diverso il trattamento. Tuttavia, l’importo giornaliero percepito è lo stesso per ogni dipendente.

Assegni familiari e part-time: come funzionano

L’Inps chiarisce tutti gli aspetti proponendo delle tabelle riassuntive sulle regole di emissione adottate. I lavoratori dipendenti spettano degli assegni giornalieri, ovvero calcolato dividendo l’importo mensile per 26. Per il lavoratore con contratto a part-time, occorreranno un determinato numero di ore mensili, variabili in base alla professione, ad esempio dipendente od operaio. Nel secondo caso, saranno necessarie perlomeno 24 ore, quindi part-time minimo al 60% su orario di 40 ore settimanali. In questo modo avrà diritto ad Anf di 6 assegni giornalieri per la settimana. Con 30 ore settimanali, invece, accadrà la stessa cosa per gli impiegati.

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Nel caso in cui vengano a mancare questi numeri, l’assegno verrà emesso in base ai giorni effettivamente lavorati. Quindi, nel caso degli operai, se si lavora meno di 24 ore alla settimana conteranno le giornate lavorative piuttosto che le ore settimanali lavorate. Nel caso di famiglie più numerose, farà fede quanto previsto dalle tabelle Anf dell’Inps: il numero dei componenti andrà “incrociato” con il reddito. Da lì, si opererà la divisione per 26 e, infine, la moltiplicazione per i giorni lavorati.

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