Ikea cambia il modello di business: 7.500 posti di lavoro a rischio

Sta per arrivare una doccia gelata sulle migliaia di lavoratori Ikea. Il colosso svedese dell’arredamento ha intenzione di cambiare il proprio modello di business, ed uno degli effetti che questo cambiamento dovrebbe portare, trascina con sé un dato allarmante: 7.500 posti di lavoro a rischio.

Secondo quanto comunicato dall’emittente statunitense Cnbc, Ikea starebbe lavorando su un importante piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 7.500 posti di lavoro nei 30 paesi del mondo in cui opera. Tuttavia la cosa potrebbe non essere così negativa visto che al contempo si prevedono 11mila nuove assunzioni in 2 anni (con un saldo che quindi resta ampiamente positivo).

Nello specifico, il colosso svedese avrebbe intenzione di rafforzare il canale e-commerce e di cambiare radicalmente il modello usato fino ad oggi: parallelamente alle vendite online, Ikea intende potenziare i punti vendita nelle città anziché continuare a tenere in piedi dei mega magazzini nelle zone più periferiche. I grandi store di periferia, quindi, dovrebbero via via scomparire per lasciare spazio a negozi più piccoli, magari situati in centro città e con dei prodotti e un servizio clienti profondamente rivisitati.

Tutto ciò comporterà la perdita di 7.500 posti di lavoro ma al tempo stesso la nascita di 11mila nuovi posti di lavoro da qui a 2 anni: questi 11mila nuovi lavoratori verranno impiegati un po’ nell’e-commerce e un po’ nelle aperture dei punti vendita cittadini (se ne stimano una trentina, tanto per cominciare).

A questo proposito, Jesper Brodin, CEO di Ikea, ha dichiarato: “Stiamo notando che il settore delle vendite al dettaglio sta mutando come mai accaduto prima d’ora. C’è bisogno di semplificare la nostra organizzazione. Negli ultimi anni abbiamo investito su molti fronti, ma oggi, ad essere onesti, ci rendiamo conto che in svariate parti della nostra struttura non abbiamo investito poi così bene, per esempio duplicando una serie di compiti”.

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