Latte contaminato, non consumate questa marca: allarme del Ministero della Salute

Il Ministero della Salute lancia un nuovo allarme alimentare e questa volta riguarda il latte contaminato: la salute dei consumatori è a rischio.

È allerta da parte del Ministero che avvisa i consumatori di non consumare il latte. Si tratta di un alimento molto usato sia dagli adulti che dai bambini, per le sue proprietà benefiche.

Latte contaminato, non consumate questa marca: un nuovo allarme del Ministero della Salute

In commercio esistono diverse tipologie di latte, alcune delle quali sono state pensate per permettere anche agli intolleranti al lattosio o ai vegetariani di consumare la bevanda. Per questo motivo, i consumatori troveranno sugli scaffali dei supermercati numerose marche e tipologie di latte.

Si tratta per lo più di prodotti testati e certificati, dunque sicuri per il consumatore. Nonostante il loro ottimo livello di qualità, non mancano i controlli a campione che servono a verificare che sia garantito sempre lo stesso standard.

Talvolta da questi test emergono degli elementi pericolosi per la salute umana che obbligano i produttori o il Ministero della Salute a disporre il ritiro dagli scaffali dei supermercati.

Questa misura eccezionale è assunta ogni qualvolta si verificano delle criticità che espongono a concreti rischi la salute dei consumatori.

Latte contaminato: cosa sta succedendo?

Il latte contaminato per il quale il Ministero della Salute ha disposto il ritiro dal mercato, e il divieto di consumo da parte delle persone che hanno già acquistato il prodotto pericoloso, è “World Trade Srl”, con sede dello stabilimento di stoccaggio a Torre Lupara – Pastorano (CE).

La nota diffusa dal Ministero fa chiaramente riferimento alla confezione da 400 g di latte in polvere. Come si legge nel comunicato, infatti, “Alimento prodotto in uno stabilimento non riconosciuto e ritenuto non idoneo ai sensi della legge”.

Il Ministero si raccomanda con i consumatori che hanno acquistato il prodotto di non consumarlo e di restituirlo al punto vendita presso il quale hanno effettuato l’acquisto.

Secondo quanto stabilito dalle normative in vigore, l’esercente è tenuto a rimborsare completamente il costo di acquisto del prodotto contaminato.

Insomma, il latte in questione non è necessariamente contaminato. Tuttavia, essendo stato prodotto in uno stabilimento che non possiede tutte le autorizzazioni previste dalla legge, potrebbe non aver adottato le misure necessarie per garantire il giusto livello di qualità e di igiene durante il processo produttivo.

Trattandosi, poi, di latte in polvere destinato all’alimentazione dei bambini, è bene evitare di correre rischi. Basti pensare che i prodotti destinati alla prima infanzia sono sottoposti a controlli più serrati e scrupolosi. Pertanto, l’idea di far assumere ad un bambino un prodotto che non ha ottenuto il via libera dagli organi competenti è un rischio che non vale la pena correre.

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