Regine e Premi Oscar, Papi e presidenti: i grandi addii del 2022

Forse, con il 2022, se ne va definitivamente il secolo breve. Quel Novecento che alcune personalità, decedute in questi mesi, hanno segnato indelebilmente.

Difficile, sulla scala dei tempi, individuare un singolo anno in grado realmente di identificare un passaggio di epoche. O di chiuderne una.

Personaggi deceduti 2022
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Storicamente ne abbiamo adottata qualcuna, abbastanza importante da segnare effettivamente un momento di passaggio. Ma le cose non mutano da un giorno all’altro, figuriamoci le epoche. O le abitudini umane. Eppure, se si potesse in qualche modo inquadrare il 2022 in chiusura, l’impressione è che, con lui, se ne vada definitivamente ciò che ci ancorava al Novecento. E non solo per il progresso tecnologico maturato a seguito dei primi accenni di ripartenza post-pandemica ma anche per l’addio a personalità che hanno segnato in modo indelebile i processi storici, politici e sociali del secolo scorso. Vicino, almeno per chi ne ha vissuto gli ultimi decenni, eppure piuttosto lontano se si pensa ai progressi del primo ventennio del nuovo Millennio.

In questo senso, basterebbe il nome di Elisabetta II. Regina per oltre settant’anni, dal Secondo dopoguerra alla rivoluzione digitale, il suo regno è stato epoca ed epopea, non tanto per la sua longevità, quanto per i profondi cambiamenti sociali che ha attraversato. Un percorso non sempre facile, costellato di momenti complicati sia personali che per il suo Paese ma con un amore reciproco fra popolo e regina che raramente ha vacillato. O, se non altro, ampiamente ricostruito dopo la tragica morte di Lady Diana e l’avvento del Duemila. Almeno un paio di generazioni non avevano mai cantato, prima dell’8 settembre scorso, un “God save the King”. E molti, probabilmente, faticheranno ancora adesso ad abituarsi nel vedere qualcun altro sul trono britannico, anche al di fuori del Regno Unito. Figurarsi al suo interno.

Da Elisabetta II a Pelé: chi ci ha lasciato nel 2022

Il decesso della regina ha seguito di pochi giorni quello di un altro grande protagonista del secolo scorso. O meglio, degli ultimi scampoli di Novecento. Decisivi per la ridefinizione dell’assetto mondiale. Anzi, più di qualcuno ha indicato la morte di Michail Gorbaciov, il 30 agosto 2022, come il vero momento di chiusura del secolo breve. L’uomo della riforma bicefala, glasnost e perestroika, che chiuse definitivamente la guerra fredda e le politiche di riarmo che avevano fatto tremare il mondo negli anni Ottanta, accompagnando l’Unione Sovietica verso l’ultimo rinnovamento prima della sua fine. L’ultimo dell’anno, ha segnato un profondo lutto anche per la Chiesa. Il Papa emerito, Benedetto XVI, si è spento all’età di 95 anni nel Monastero Mater Ecclesiae, dove si era ritirato a seguito della rinuncia al Ministero petrino nel 2013. Solo pochi giorni prima, Papa Francesco aveva chiesto di pregare per lui, come lui stava pregando per la Chiesa.

I grandi del cinema

Figure di spicco, protagoniste con le loro gesta nel secolo scorso, ci hanno lasciato anche in altri ambiti. In primis quello della cultura. Il 13 settembre, si spegne la cinepresa di Jean-Luc Godard, monumento del cinema francese e maestro della Nouvelle vague, scomparso giusto un anno dopo Jean-Paul Belmondo, protagonista del suo capolavoro À bout de souffle, del 1960. Esattamente un mese prima, era scomparso Wolfgang Petersen, acclamato regista de La storia infinita. A inizio anno, l’addio a Sidney Poitier, Oscar al Miglior attore protagonista nel 1964, primo afroamericano ad aggiudicarselo. In autunno (11 ottobre), la notizia della scomparsa di Angela Lansbury, dama del cinema e indimenticata scrittrice-detective nel celebre telefilm La signora in giallo. Solo tre mesi prima (6 luglio), Hollywood salutava James Caan ricordando i suoi personaggi più iconici, da Sonny Corleone (Il padrino) a Paul Sheldon (Misery non deve morire).

Cordoglio italiano

Nemmeno agli italiani sono stati risparmiati necessari momenti di cordoglio nel 2022. A cominciare dal commosso addio al presidente dell’Europarlamento, David Sassoli (scomparso l’11 gennaio), sconfitto da una malattia che da anni lo affliggeva ma che non gli aveva impedito di continuare a guidare l’Europa incarnando appieno lo spirito che animò il progetto della Comunità europea. La stessa commozione che, l’11 febbraio, gli italiani hanno provato per Monica Vitti, attrice di straordinario talento e icona perenne del cinema nostrano. Cultura italiana che, in estate, ha perso alcuni dei suoi volti più iconici anche in ambito accademico e divulgativo. Particolarmente commosso, nel Palazzo del Rettorato della Sapienza, l’addio al professor Luca Serianni, linguista e filologo, fra i massimi studiosi della lingua italiana. E, visto che si parlava di Novecento, la morte di Piero Angela, il 13 agosto, ha reso evidente quanto la sua figura fosse amata da chiunque veda la cultura come la pietra angolare di ogni società. Un addio sentito a un personaggio innovatore nella sua semplicità comunicativa.

Personaggi che, chiaramente, lasciano in eredità ben più della loro persona. Della maggior parte di loro, specie per chi ha dedicato la propria vita allo studio, all’intrattenimento o alla divulgazione, ognuno conserva un ricordo. Di altri, come Pelé, magari non abbiamo avuto la possibilità di ammirarne le gesta, dovendo affidarci a vecchi filmati e ai racconti di chi ebbe la fortuna di vederlo giocare. Ma in fondo è bello anche così. Anche perché tre Coppe del mondo raccontano già abbastanza…

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