L’eredità della Regina Elisabetta II: cosa succederà dopo il London Bridge Down

Un regno e un Commonwealth, oneri e onori. E un piano già programmato da seguire alla lettera. Elisabetta II e il suo popolo, un rapporto epocale.

 

La convergenza dei reali a Balmoral Castle, dove si trova la Regina Elisabetta II, è idealmente quella di tutto il Regno Unito. Legato a doppio filo alla sua Sovrana, data in gravi condizioni dai suoi medici, citati dai media britannici.

Elisabetta II eredità
Foto © AdobeStock

Non è la prima volta che il legame fra il popolo britannico e il sovrano si mostra così saldo. Accadde per Elisabetta I, ultima dei Tudor, così come per Vittoria. Protagoniste di epoche storiche radicalmente diverse ma, in qualche modo, sovrane che aprirono ai loro sudditi le porte di due differenti modernità. Accadde meno per la regina Anna, che resse il trono in anni di profonde divisioni politiche. Elisabetta II, però, ha qualcosa di diverso rispetto a coloro che regnarono in passato. Lei sì è stata e continua a essere un riferimento nazionale, un simbolo per almeno due intere generazioni che altro non hanno conosciuto se non l’intro “God save the Queen” del proprio inno. Un emblema del Novecento, probabilmente l’ultimo e l’unico davvero in grado di testimoniare, con i suoi gesti, le sue vicissitudini e i suoi momenti chiave, i cambiamenti epocali del secolo scorso.

La notizia dell’aggravamento delle sue condizioni e dell’ordine di monitoraggio medico rilasciato dai sanitari, ha fatto immediatamente il giro del mondo. Segno di quanto Elisabetta II rappresenti, in qualche modo, un simbolo non solo per il popolo britannico quanto per l’intera società occidentale. Un paio di giorni fa, la sovrana aveva assistito al passaggio di consegne fra premier, che ha visto l’avvicendamento a Downing Street fra Liz Truss e Boris Johnson. Due brexiteer, il secondo della prima ora, protagonisti di un altro di quei passaggi cruciali nella storia britannica avvenuto in tempi recentissimi.

Un allontanamento da quell’Europa che, pure, ha sempre direttamente coinvolto il regno di Elisabetta. La neo premier ha ribadito la vicinanza della Nazione, mentre i conduttori della Bbc hanno scelto il nero, nonostante la regina stia ancora lottando. Segni tangibili del filo diretto con quelli che, più che suoi sudditi, sono stati figli per lunghi anni.

Elisabetta II, l’eredità: cosa succederà dopo i suoi 70 anni di regno

Il lascito di Elisabetta sarebbe ingente, fra oneri e onori. L’erede al trono è il suo primogenito, il principe Carlo, al quale spetta di diritto la corona dopo sua madre. Ma il passaggio non sarebbe semplice, proprio per la longevità del regno della regina. Tanti decenni, forgiati dal gravoso impegno di guida in un’epoca di grande cambiamento ma, soprattutto, da allontanamenti e ravvicinamenti ai suoi sudditi, dalla sua visita ad Aberfan alla morte di Lady Diana, fino alle recenti aperture a concetti più moderni, grazie soprattutto ai suoi nipoti.

Senza contare la sua rilevanza per una classe politica che ha visto protagonisti, durante il suo regno, figure come Winston Churchill, Harold Wilson, Margareth Thatcher e Tony Blair. Per questo, nel momento in cui Elisabetta non ci sarà più, il passaggio di consegne richiederà tempo. Probabilmente, saranno i giorni più lunghi del suo regno.

Il protocollo

Quattordici Paesi sudditi, il ruolo di governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra, quello di Capo di Stato dell’Isola di Man e quello di regnante su Jersey e Guernsey. Oltre che un patrimonio stimato che, nel 2019, toccava quota 520 milioni di dollari (nemmeno tra i maggiori al mondo). Il trono del Regno Unito è tutto questo e anche di più. Un onere che, dal punto di vista dei britannici, equivale quasi a entrare nella quotidianità di ognuno. Una sorta di familiarità. Anche per questo, le operazioni di avvicendamento prevedono un codice già predisposto, con tanto di frase di riferimento, ossia “London Bridge down”, il ponte di Londra è caduto.

Una frase che dovrà essere annunciata dal primo ministro in caso di morte della sovrana. I social media pubblici saranno silenziati, il sito di Buckingham Palace sarà costituito da una pagina nera con un breve dichiarativo. Poi saranno svolte le esequie, ma solo dopo l’esposizione del feretro al pubblico per 23 ore e ulteriori nove giorni. Inizierà il periodo del D-Day, che durerà fino al funerale. Solo dopo quel momento il Regno Unito volterà pagina. Entrando definitivamente in una nuova epoca, la prima veramente contemporanea.

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