La pasta vittima dei rincari: nessuna pietà per i consumatori

La pasta aumenterà di prezzo, i rincari non sono finiti e incideranno notevolmente sulla spesa alimentare. Vediamo quale sarà l’importo entro fine gennaio.

pasta rincari
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Dal mese di settembre 2021 viviamo al centro di un mondo di rincari. I prezzi di luce e gas sono aumentati vertiginosamente, il costo del carburante spaventa gli automobilisti e anche le materie prime stanno subendo crescite come mai negli ultimi anni. Il futuro spaventa i consumatori che si chiedono come potranno affrontare un 2022 in cui protagonisti saranno proprio i rincari. Tra i tanti aumenti citiamo il prezzo del grano che ha portato inevitabilmente ad un aumento del costo della pasta. Se da settembre ad oggi l’incremento è stato di circa 30 centesimi, entro la fine del mese di gennaio assisteremo ad un ulteriore cambiamento, in negativo.

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Pasta, vittima dei rincari

Lo scorso settembre il costo medio della pasta si attestava su 1,10 euro al chilo. Ad oggi è aumentato fino a costare 1,40 euro al chilo. La prospettiva delle prossime due settimane è un ulteriore rincaro che porterà la pasta a costare 1,52 euro al chilo. Parliamo di una crescita percentuale del 38% calcolata da Divella, amministratore delegato del gruppo Latavolaitaliana.

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Le famiglie italiane, dunque, dovranno fronteggiare tra tutti i rincari anche quello della pasta, alimento protagonista della dieta mediterranea a cui difficilmente si potrebbe rinunciare. Le cause dell’aumento sono da riscontrarsi nella crescita di prezzo delle materie prime, il grano nel caso della pasta. In sette mesi il costo del grano è aumentato del 90%, una percentuale che le aziende non possono affrontare da sole dato che “la semola rappresenta il 60% dell’intero costo di produzione della pasta” – afferma Divella. Si sono aggiunti, poi, i rincari sul cellophane (25% in più), del gas e della luce. Gli aumenti per i consumatori, dunque, sono state conseguenze necessarie.

Cosa succederà adesso?

La catena che lega produttori e consumatori non può spezzarsi. L’economia ha bisogno di riprendersi, i cittadini non vogliono rinunciare ad un piatto di pasta ma allo stesso tempo non hanno le risorse per affrontare un aumento eccessivo della spesa eccessivo. I consumatori si affideranno alle sottomarche? Divella pensa che questo non accadrà. L’amministratore delegato pensa che tutti si siano resi conto dei rincari toccandoli con mano in primis nelle bollette di luce e gas. Sostiene, dunque, che le persone si siano “arrese” all’idea di piccoli aumenti come quello della pasta che rimane comunque uno degli alimenti dal costo minore.

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