Euro, vent’anni di aumenti: l’Italia incoronata regina dei rincari

In vent’anni, l’euro ha provocato aumenti generali su tanti prodotti di uso quotidiano. Nessuna pietà per gli italiani che hanno incoronato la propria nazione “regina dei rincari”.

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Evitando di dirlo a voce troppo alta, tanti italiani sono ancora dubbiosi circa i vantaggi che la nostra nazione ha ottenuto passando dalla Lira all’euro. Ciò che i cittadini hanno visto in questi ultimi venti anni è solamente un aumento continuo e generalizzato dei prezzi. Per non parlare dei rincari degli ultimi mesi, non causati solamente dall’euro in sé, ma che stanno preoccupando seriamente le famiglie italiane. Anno dopo anno, i costi sono schizzati alle stelle senza assistere contemporaneamente ad un giusto adeguamento degli stipendi al caro vita. L’inflazione è diventata una costante nella vita di tutti noi e si hanno seri dubbi che i previsti aumenti in busta paga e cedolino della pensione possano essere sufficienti per garantire un sereno 2022 a tutti i cittadini.

Euro e gli aumenti in venti anni

Si potrebbe pensare che è esagerato pensare che a causa dell’euro ci siano stati rincari eccessivi. Si cambierà idea venendo a conoscenza del fatto che dopo l’introduzione della moneta unica il costo di un caffè è aumentato del 124% passando da poco più di 45 centesimi a oltre 1 euro – e sono previsti ulteriori aumenti che faranno diventare la bevanda un lusso per gli italiani.

Il pane fresco? L’aumento – riportato da Altroconsumo – si attesta sull’82% in vent’anni passando da 2 a 4 euro al chilo. Passiamo, poi, ad uno degli sfizi più amati dai cittadini, uscire per mangiare una pizza e bere una bibita. Rispetto al 2001 la spesa odierna è del 76% in più con un aumento da 5 euro circa a 9 euro di media. Oltre al cibo, poi, i rincari si fanno sentire su luce, gas e acqua con l’arrivo di bollette salate a cui tutte le famiglie cercano di porre rimedio cercando di limitare i consumi. Per non parlare del carburante che ha raggiunto cifre fuori da ogni ipotesi plausibile formulata dieci o venti anni fa.

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C’è chi sale e c’è chi scende

Latte e pasta sono riusciti a tenere testa all’inflazione – almeno per ora – con aumenti generali rispettivamente del 14 e del 21%. Ottime notizie, poi, sul fronte elettrodomestici e dispositivi elettronici. A parte il rincaro sui frigoriferi del 67%, sono diminuiti i costi del microonde e dei computer. Le percentuali sono del -51% e -48%. Allo stesso modo costano meno lavastoviglie, macchine del caffè e lavatrici.

In conclusione, la situazione generale prevede due fronti. Uno preoccupante dato che è caratterizzato da rincari eccessivi su beni di prima necessità, uno più rasserenante visto che riesce a tener testa all’inflazione se non a ridurre i costi. La media tra le due condizioni ci rassicura – in parte – e ci porta ad avere ancora un pizzico di fiducia sull’euro, moneta che ci accompagna negli acquisti da ormai venti anni.

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