Reddito di cittadinanza: tempi duri per i furbetti con i nuovi controlli Inps-Ministero

Al fine di dare una risposta netta al diffuso fenomeno di coloro che intascano il RdC senza averne diritto, ecco nuovi controlli ad hoc.

Nuove tecnologie e competenze permetteranno ad Inps e Ministero della Giustizia di incrementare l’efficacia dei servizi della PA e i controlli preventivi in tema di requisiti per l’assegnazione del reddito di cittadinanza.

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Il reddito di cittadinanza ha finora spaccato l’opinione pubblica e le formazioni politiche. Da una parte i sostenitori della misura di sostegno al reddito contro la disoccupazione e gli annessi rischi di povertà, dall’altra coloro i quali ne criticano il meccanismo, che di fatto spingerebbe non poche persone a non cercare con determinazione una nuova attività lavorativa – finendo per accontentarsi del contributo mensile erogato dallo Stato.

Ebbene, in questi anni non sono mancati i ‘furbetti’ del reddito di cittadinanza, ovvero coloro che con artifici, trucchi e sottigliezze di vario tipo, sono riusciti ad aggirare le regole in materia e a ottenere questo sussidio senza averne effettivo diritto.

Ben si spiega allora il protocollo ad opera di Inps e Ministero della Giustizia, che mira a favorire lo scambio delle informazioni utili alle verifiche legate all’attribuzione ed alla revoca del RdC. I controlli in materia di effettivo possesso dei requisiti sono così rafforzati. Tempi duri in arrivo per i furbetti? Scopriamolo di seguito.

Reddito di cittadinanza: nuovi e approfonditi controlli a tappeto in arrivo

Come appena anticipato, il citato protocollo intende perfezionare il meccanismo dei controlli sul reddito di cittadinanza (RdC). La conferma è giunta in un comunicato stampa dell’Inps, nel quale l’istituto rende noto che grazie alle ultime novità e alla collaborazione stretta con gli uffici del Ministero della Giustizia, saranno svolte verifiche su tutti i richiedenti e percettori del reddito in oggetto.

Cosa cambia in concreto? Ebbene, l’Inps farà pervenire al Ministero della Giustizia l’elenco costantemente aggiornato dei soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza:

  • onde poter attuare il controllo dell’esistenza nel sistema del Casellario Centrale di condanne con sentenza passata in giudicato da meno di 10 anni per i reati di particolare gravità (ad es. truffa o usura);
  • e gli esiti di tali verifiche permetteranno di eseguire la revoca del RdC eventualmente incassato o di non riconoscerlo.

I beneficiari – e non solo loro – potrebbero domandarsi se lo scambio di queste informazioni tra istituto di previdenza e Ministero si compirà nel pieno rispetto del diritto alla riservatezza. Ebbene, l’Inps ha garantito proprio questo punto: infatti sarà utilizzato un circuito privato virtuale sicuro sulle dorsali pubbliche. Per questa via, saranno così evitati rischi di diffusione delle informazioni oltre i limiti consentiti, e dunque al di fuori delle finalità di lotta ai ‘furbetti’ del RdC.

Invertire la rotta è l’obiettivo delle istituzioni

Il protocollo in oggetto è il risultato di una iniziativa adottata da Inps e Ministero, nella specifica finalità di controbattere ai tantissimi casi di truffa e di aggiramenti delle norme sul reddito di cittadinanza. Di essi le notizie di cronaca di questi anni hanno trattato ampiamente, a testimonianza di una prassi purtroppo molto diffusa un po’ in tutta Italia.

Ben si comprende allora la scelta di introdurre nuovi controlli più accurati e precisi, nell’ottica di limitare il dispendio di risorse pubbliche ed evitare erogazioni di sussidi a soggetti non aventi i requisiti richiesti dalla legge.

Insomma l’intensa collaborazione tra le due istituzioni ha condotto al varo di questi nuovi controlli automatizzati, mirati a favorire l’assegnazione del reddito di cittadinanza solo a coloro che ne hanno effettivo diritto.

D’altronde, come dichiarato dal Presidente Inps Pasquale Tridico: “Il potenziamento delle verifiche e dell’interoperabilità delle banche dati su tutte le prestazioni è una priorità dell’Istituto per garantire i cittadini e gli interessi del Paese”.

Ricordiamo infine che il nuovo sistema di verifica altro non è che il risultato di un lavoro di squadra tra Inps, Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati (DGSIA), e Dipartimento per gli Affari di giustizia (DAG), mirato a mettere a punto procedure di controllo preventivo. Ben si comprende che propendere verso controlli anteriori all’erogazione della prestazione del reddito di cittadinanza è in grado di assicurare allo Stato un minor dispendio di risorse rispetto al caso del controllo successivo al versamento (non dovuto).

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