Buoni fruttiferi, verificate la scadenza: cosa succede con la prescrizione

Attenzione massima alle scadenze. E soprattutto ai tempi di prescrizione. C’è il rischio di perdere i Buoni fruttiferi con tutti gli interessi.

 

Il ricorso ai Buoni fruttiferi postali è una pratica decisamente diffusa fra i risparmiatori italiani. Anzi, assieme ai Libretti di risparmio, i Buoni figurano fra le primissime scelte per investimento e gestione del denaro.

Buoni fruttiferi prescritti giudice
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Aprire un fondo di questo tipo consente di maturare interessi nel lasso di tempo in cui lo strumento resterà aperto. In sostanza, alla scadenza, il titolare potrà riscuotere la propria somma maggiorata in base agli interessi accumulati fino a quel momento. A seconda della cifra investita o versata da qualcuno per noi, l’importo ottenuto potrà essere più o meno elevato. L’importante è che, alla scadenza, il proprietario si presenti effettivamente presso l’ufficio postale. Da quel momento, infatti, disporrà di un lasso di tempo piuttosto ampio (dieci anni) per poter ritirare le proprie somme. Trascorso tale periodo, il titolare del Buono perderà il denaro. Una procedura abbastanza lineare ma che, per certi aspetti, potrebbe risultare deficitaria.

L’Antitrust ha infatti aperto un’istruttoria verso Poste, allo scopo di vederci chiaro su possibili pratiche commerciali scorrette. Allo stesso tempo, Federconsumatori Verbania ha attivato un procedimento pilota presso il Giudice di Pace. L’ente lo ha confermato tramite le dichiarazioni del responsabile di sede, Orazio Filocamo, il quale ha precisato che il distaccamento si è mosso in relazione ai Buoni fruttiferi postali collocati dal 2001 in poi. I quali, “per una serie di circostanze”, sarebbero stati inquadrati con scadenza posteriore al 2020. Niente di tutto questo: i Buoni in questione sono già in prescrizione.

Buoni fruttiferi postali, l’azione dell’Antitrust: cosa sta succedendo

Al momento, i titolari di tali Buoni fruttiferi hanno perso il diritto al capitale maturato. E si tratta di un numero di dispositivi estremamente vasto, oltre che su scala nazionale. Una situazione, quindi, che accomuna un ampio bacino di risparmiatori, tutti caduti nell’errata convinzione che i Buoni si prescrivessero successivamente. L’istruttoria dell’Antitrust è partita proprio a seguito delle numerose segnalazioni pervenute, allo scopo di constatare l’eventuale difetto nella trasmissione delle informazioni al momento dell’apertura. E capire se vi siano i presupposti per eventuali procedimenti giudiziali, anche alla luce di alcune sentenze favorevoli emesse in passato sull’argomento.

Nei casi in questione era stato però individuato un errore da parte di Poste Italiane, la quale si è poi trovata a dover rimborsare comunque i titolari del buono. La stessa Federconsumatori di Verbania si è mossa in questo senso, con udienza attesa per il prossimo 9 maggio presso il Giudice di Pace. A ogni modo, al netto di possibili e presunte incongruenze o difetti di comunicazione, il risparmiatore dovrà tenere ben presente le date a cui fare affidamento. I Buoni fruttiferi, qualunque sia la loro natura o il loro importo, conservano una data di scadenza fissa, con tempi di prescrizione a dieci anni. Ogni tipologia detiene caratteristiche specifiche e, per questo, il titolare dovrà tenere d’occhio la propria situazione. Come visto, ne va del proprio investimento.

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