Buoni fruttiferi e libretti, gli italiani dicono (sempre) sì: ecco perché

Non solo risparmio ma anche investimento. I Buoni fruttiferi postali, così come i libretti, guadagnano sempre più sostenitori.

 

Difficile pensare all’investimento in questo momento storico. La pandemia ha costretto gli italiani (e non solo) a rivedere i loro piani di gestione del denaro. E, nella maggior parte dei casi, il risultato è stata la tendenza estrema al risparmio.

Buoni fruttiferi libretti postali
Foto: Web

Non un atteggiamento sorprendente se ci si pensa. Il rischio, anche se minimo, è stato sempre meno contemplato a partire dai giorni in cui la macchina del lavoro (e quindi dei consumi) si è inceppata, prima con il lockdown e poi con le restrizioni adottate per contenere l’emergenza sanitaria. Una strategia legittima che, però, ha portato all’effetto indiretto delle giacenze prolungate sui conti correnti e, soprattutto, in termini cumulativi oltre le soglie di guardia. In qualche modo, un atteggiamento prudenziale in grado di portare un pericoloso effetto boomerang sulle tasche dei contribuenti. I quali, però, almeno per quel che riguarda gli strumenti essenziali di gestione del denaro, non hanno perso le proprie abitudini.

Non tutti gli investimenti, infatti, guardano al settore prettamente finanziario. Alcuni strumenti messi a disposizione da enti come Poste Italiane, consentono di investire quote minime e di garantirsi rendimenti sicuri, da qui ad alcuni anni. Un bel vantaggio per chi non dispone di quote importanti o per chi, semplicemente, mira a una semplice rendita futura, senza obiettivi finanziari. Per quanto i Buoni fruttiferi postali, così come i Libretti di risparmio, gestiscano da soli un patrimonio complessivo da svariati zeri. Basti pensare a quanta fiducia nei loro confronti gli italiani hanno mostrato e continuino a mostrare: i Bfp sottoscritti sono circa 47 milioni, mentre i libretti 30 milioni. Merito della garanzia statale naturalmente ma nono solo.

Buoni fruttiferi e libretti: le ragioni del successo

Avere alle spalle un ente garante come Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), chiaramente significa molto. Un vantaggio sia dei Buoni fruttiferi che dei libretti, però, è dato dalla loro flessibilità. Modalità di gestione estremamente comode, sia tramite app BancoPosta che direttamente agli sportelli, senza imposte di successione né altri rischi, se non la tassazione del 12,50% sugli interessi. A riprova della loro affidabilità, nel caso dei Buoni, anche le diverse tipologie messe a disposizione dei risparmiatori. Da quelli ordinari, con durata massima a venti anni e tassi fissi crescenti, fino ai 4×4. Questi ultimi con rendimenti crescenti nel tempo ma con interessi che maturano solo dopo quattro anni. Utili per chie sceglie di investire a lungo termine, sperando in un incremento maggiorato al termine del quadriennio.

E ancora il 3×4, interessi fissi crescenti, maturati ogni triennio. Per il lungo periodo, specie in questo momento, potrebbero attirare investitori anche i 5×5, con durata fino a 25 anni e rendimento fisso crescente. Il quale, al momento, si attesta all’1,50% al lordo. diverso il discorso per i libretti postali che, come da nome, vengono utilizzati per il risparmio più che per l’investimento. Il che non li rendo meno appetibili, specie in luogo di offerte come quella che vede protagonisti i possessori del Libretto Smart. Entro il 21 aprile, costoro potranno accedere alla Supersmart 150 giorni, così da ottenere interessi più alti alla scadenze delle somme accantonate. Promozione valida per chi immette nuova liquidità, con tasso dello 0,75% annuo lordo. Una buona occasione per i risparmiatori.

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