Buoni fruttiferi, novità 5×5: come funziona il nuovo strumento di Poste

Rendimenti interessanti per i Buoni fruttiferi 5×5, riscattabili in quattro scadenze diverse e con interesse maturato crescente.

 

Rendimenti interessanti in vista con i nuovi buoni fruttiferi lanciati da Poste Italiane. Una nuova sfida all’investimento che, stavolta, mette sul piatto nientemeno che un modello 5×5.

Buoni fruttiferi 5x5
Foto © AdobeStock

Si tratta chiaramente di un investimento sul lungo periodo, potenzialmente fino a 25 anni ma con possibilità di rimborso in qualunque momento. L’impostazione generale resta quindi quella degli altri Buoni ma con riconoscimento degli interessi solo dopo che siano trascorsi almeno i primi cinque anni. I successivi scatteranno a dieci, quindi e venti anni. La garanzia di Cassa Depositi e Prestiti resta fissa, come per tutti gli altri strumenti simili messi a disposizione da Poste. Questo significa che il rischio è decisamente minimo e il rendimento sicuro praticamente al 100%. Non a caso di Buoni fruttiferi ne esistono diversi, tutti con la loro peculiarità ma accomunati dalla possibilità di rientrare in possesso del totale del capitale investito.

Più il rendimento naturalmente. Nessun costo di sottoscrizione o per il rimborso, fatta eccezione degli oneri fiscali, con interessi soggetti a una tassazione del 12,50%. I Buoni sono attivabili direttamente sul sito di Poste Italiane o tramite l’applicazione BancoPosta. Oppure tramite un qualsiasi ufficio postale. I 5×5 non fanno eccezione in questo senso, funzionando esattamente come tutti gli altri sul piano puramente tecnico. L’attivazione è caduta al 22 febbraio, con precisi rendimenti effettivi lordi annui. Una soluzione interessante per chi pensa di investire a medio-lungo termine, in un certo senso migliore anche del buono 4×4.

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Buoni fruttiferi 5×5, quali sono i rendimenti annui

Al momento, i nuovissimi Buoni fruttiferi 5×5 rendono lo 0,10% alla fine del quinto anno. La percentuale, chiaramente, si estende alle scadenze successive, toccando lo 0,20% alla fine del decimo anno, lo 0,40% alla fine del quindicesimo e lo 0,75% dopo venti anni tondi. Chi li porterà a scadenza definitiva, ovvero fino al venticinquesimo anno, beneficerà di una rendita pari all’1,50%. Per quanto riguarda il piano fiscale, come detto, la ritenuta è in forma agevolata al 12,50% sugli interessi e non sarà mai inclusa l’imposta di successione. I 5×5 non rientrano nemmeno nell’egida dell’imposta di bollo, a patto che il valore complessivo dei Buoni non superi i 5 mila euro. Esattamente come per i conti correnti e i libretti.

Buoni fruttiferi, l’incognita del rimborso anticipato: si perde o si guadagna?

Come tutti gli altri Buoni fruttiferi, anche i 5×5 potranno essere sottoscritti in forma cartacea o dematerializzata. Nel primo caso, al termine di dieci anni senza riscossione dalla data di scadenza di capitale e interessi, subentrerà la prescrizione del buono. Al momento, a fronte di un importo ipotetico di 10 mila euro e durata a medio-lungo termine, la differenza fra un 4×4 a 16 anni e un 5×5 a 25 anni è abbastanza marcata: rimborso alla scadenza rispettivamente di 11.111,18 euro e 13.945,77 euro. La differenza la fa il rendimento percentuale dell’ultima scadenza.

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