Ritiro di pesce contaminato, la motivazione è allarmante: si rischiano seri problemi di salute

Il Ministero della Salute avvisa di un ritiro di pesce contaminato. I consumatori sono invitati a controllare il numero dei lotti e a non assumere il prodotto.

Rischio chimico, questa è la causa dell’ultimo richiamo alimentare segnalato dal Ministero della Salute. Scopriamo qual è il marchio incriminato.

ritiro pesce contaminato
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Continuano gli aggiornamenti sui ritiri dagli scaffali dei supermercati causati dalla presenza di sostanze contaminanti, batteri o altre problematiche. Per colpa delle allerte alimentari abbiamo conosciuto bene le problematiche legate all’assunzione dell’ossido di etilene, ai danni che può causare la salmonella oppure l’escherichia coli. In alcuni casi non si tratta di banali mal di pancia ma di serie conseguenze che possono portare anche al ricovero in ospedale. Per evitare complicazioni è bene monitorare costantemente gli avvisi del Ministero della Salute in modo tale da evitare l’assunzione dei prodotti incriminati. Il consiglio è di riconsegnare gli articoli al punto vendita chiedendo il rimborso della spesa effettuata. Dopo l’allerta sui prodotti Kinder e le pizze surgelate giunge una nuova comunicazione riguardante del pesce contaminato.

Ritiro pesce contaminato, qual è il marchio oggetto di richiamo

Dagli scaffali dei supermercati sono state ritirate confezioni di stoccafisso reidratato ALBIGADUS Snc – ALBISSOLA SUPERIORE SV con numero di lotto IT366CE. Il motivo del richiamo non è stato ben precisato. E’ stata data generica indicazione di rischio chimico senza entrare nei particolari. Si parla di “rischio chimico” quando i pericoli per la salute dell’organismo derivano da atomi, sostanze o molecole che si formano nell’alimento per una problematica intercorsa durante lo svolgimento della filiera produttiva. Il prodotto, dunque, risulta contaminato da elementi non viventi come tossine di origine naturale, residui di prodotti utilizzati durante la produzione, contaminanti ambientali ma anche composti chimici indotti dal processo di cottura. Lo stoccafisso, nello specifico, prevede un processo di essiccazione per garantire una conservazione lunga. La reidratazione, poi, si ottiene lasciando l’alimento in ammollo cambiando l’acqua ogni due ore e risciacquando più volte.

La contaminazione potrebbe essere avvenuta durante le fasi di produzione del prodotto dato che l’acqua è terreno fertile per germi e batteri e a contatto con sostanze chimiche è capace di contaminare tutto ciò che è intorno.

Conseguenze del rischio chimico

Assumendo una sostanza annoverata tra i rischi chimici si potrebbe incorrere in un’intossicazione acuta o cronica. Nel primo caso le conseguenze sulla salute si noteranno immediatamente; nel secondo caso le manifestazioni avverranno a distanza di tempo dopo l’accumulo dell’elemento nell’organismo. Ricordiamo che le nitrosammine, ad esempio, sono composti organici potenzialmente cancerogene e legate alla cottura dei cibi.

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