Pensione più ricca di 744 euro nel 2022: ecco i fortunati beneficiari

Pensione più ricca nel 2022 per tanti pensionati grazie alla riforma fiscale del Governo. Sono previste maggiorazioni da 210 a 744 euro, scopriamo chi sono i fortunati beneficiari.

Buone notizie per i pensionati che noteranno un assegno pensionistico più alto nell’anno in corso. Il merito spetta alla riforma fiscale con la nuova tassazione ridotta.

pensione 2022
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E’ difficile scorgere spiragli di luce in questo periodo storico. Dopo due anni di pandemia, l’illusione della fine dei contagi tristemente spazzata via da un nuovo aumento dei casi Covid – o meglio Omicron – lo scoppio della guerra in Ungheria, pensare al futuro con prospettive positive è alquanto difficile. Le buone notizie sembrano essere un lontano ricordo eppure qualche passo in direzione di quello spiraglio di luce alle volte viene ancora compiuto. E’ il caso dell’annuncio degli aumenti sulle pensioni resi possibili dalla riforma fiscale attuata dal Governo. Una lieta novella in un periodo di rincari che gravano pesantemente sulle spalle degli italiani.

Pensione per ricca, per chi

La riforma IRPEF prevista dal Governo porterà ad una riduzione della tassazione e, dunque, ad importi maggiori sugli assegni pensionistici. Le maggiorazioni saranno differenti a seconda dello scaglione reddituale di appartenenza del pensionato. L’aumento medio è stimato intorno ai 210 euro con un costo per lo Stato di circa 2,17 miliardi di euro dei 6,80 miliardi previsti per la rimodulazione dell’IRPEF.

La notizia è decisamente buona dato che incide positivamente sulle pensioni degli italiani che sono notoriamente le più basse dei Paesi europei. In generale, i redditi da pensione annui si aggirano tra i 15 mila e i 28 mila euro risultando essere, in tanti casi, insufficienti per vivere agevolmente. La rimodulazione dell’IRPEF con il passaggio da cinque a quattro scaglioni comporta erogazioni mensili più elevate passando da un’aliquota più bassa.

Quali sono gli aumenti previsti

I nuovi scaglioni IRPEF sono quattro mentre fino al 2021 erano cinque. Le aliquote per scaglione sono del 23% per redditi fino a 15 mila euro (esattamente come per l’anno precedente); del 25% per redditi da 15 mila a 28 mila euro (con una riduzione di due punti percentuali rispetto al 2021); del 35% per redditi compresi tra 28 mila e 50 mila euro (con una riduzione del 3%) e un’aliquota del 43% per redditi superiori a 50 mila euro.

Come accennato in precedenza, il maggior numero di pensionati italiani si trova nel secondo scaglione con redditi compresi tra 15 mila e 28 mila euro. Ciò significa che la maggioranza delle persone che percepiscono l’assegno pensionistico ha usufruito della diminuzione di due punti percentuali, da 27 al 25%. Parliamo di un aumento medio di circa 167 euro. Paradossalmente, con la riforma IRPEF ad avere il maggiore risparmio saranno i pensionati dai redditi più alti, compresi tra 50 mila e 55 mila euro. L’aumento medio previsto è di 744 euro circa. I dubbi sul lavoro del Governo nascono da soli dopo quest’ultima considerazione.

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