Bonus giovani: un regalo infiocchettato per la pensione o una vana illusione?

Bonus giovani, un piano per regalare un futuro pensionistico colorato ai lavoratori. Il Governo sarà in grado di disegnare una previsione incoraggiante?

I giovani lavoratori non ripongono speranze nella pensione. Eppure le previsioni potrebbero cambiare regalando prospettive più incoraggianti.

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Il 2022 ha visto nascere un nuovo sistema pensionistico dalla vita breve. Durerà un anno, nel 2023 ci sarà un’ulteriore svolta che è ancora al vaglio del Governo. L’obiettivo è evitare di ripescare la Riforma Fornero ma fino ad ora nulla di concreto è stato presentato. Tra i tanti dubbi si cerca, poi, di dare speranza ai giovani lavoratori e di convincerli a guardare con ottimismo alla pensione. Ad oggi, le nere previsioni di assegni pensionistici sempre più bassi lasciano poco spazio all’immaginazione di un futuro differente, più roseo. Eppure il Bonus giovani nasce proprio con l’intento di fornire maggiori garanzie ai giovani. Scopriamo come.

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Bonus giovani, una garanzia pensionistica

La paura dei giovani lavoratori è di non riuscire a maturare i contributi necessari per poter ricevere una pensione dall’importo soddisfacente. Se si pensa che chi oggi riceve uno stipendio sotto i 2 mila euro potrebbe ricevere una pensione compresa tra i 900 e i 1.600 euro, la paura è del tutto giustificata. Il sistema di calcolo contributivo, poi, ha solo peggiorato il timore di un assegno da fame dato che non consente il diritto all’integrazione del trattamento minimo pensionistico per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995.

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Nessuna garanzia minima vitale, dunque, ma la situazione deve cambiare. Urge un piano che tuteli i giovani e i sindacati richiedono la creazione di una pensione di garanzia contributiva. Si tratta di un sistema che colleghi anni di lavoro e contributi versati, che consideri gli anni di disoccupazione, le basse retribuzioni, le formazioni di base, in modo tale da garantire ad ogni lavoratore una vita dignitosa dopo la pensione. Tale richiesta si rende necessaria in un periodo in cui il part-time, gli stipendi bassi, i lavori discontinui sono tra i protagonisti indiscussi del mondo del lavoro. La soluzione si chiama Bonus Giovani.

Come funzionerebbe la pensione di garanzia minima

Il piano è di riempire gli anni di disoccupazione, inattività o i periodi scoperti con bonus contributivi che prevedono una maggiorazione dell’1,5 sui contributi versati in specifici periodi. L’idea è di far scattare i bonus in maniera differente – dal 20 al 50% – in base alla mansione svolta. Per mettere in pratica il piano, però, si rende necessaria la creazione di un fondo apposito. Inizialmente potrebbe essere incrementato dalla contribuzione previdenziale generale, sistema già in atto per le Forze Armate. Lo scopo, però, sarebbe differente. I soldi non servirebbero per andare in pensione anticipatamente (come accade per i militari) ma per coprire i periodi scoperti dal versamento dei contributi.

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