Pensione, quanto percepirò con uno stipendio attuale di 1300-1400 euro al mese?

Quanto percepirà di pensione chi ha uno stipendio medio pari a circa 1300-1400 euro al mese? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Cibo, bollette di acqua, luce e gas, tempo libero e molto altro ancora. Sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere mano al portafoglio per pagare beni e servizi di vario genere. Proprio in tale ambito, pertanto, a rivestire un ruolo importante è il lavoro che ci consente di attingere a quella fonte di soldi necessaria per riuscire a pagare le varie spese. Dall’altro canto non si può negare come spesso l’attività lavorativa porti con sé dei problemi, tanto da non vedere l’ora di poter andare finalmente in pensione.

Soffermandosi su questo trattamento, come noto, è necessario essere in possesso di determinati requisiti, sia per quanto riguarda l’aspetto anagrafico che dei contributi. Allo stesso tempo, però, non mancano diversi dubbi in merito, soprattutto per quel che riguarda gli importi, nella maggior parte dei casi considerati molto bassi. Ebbene, proprio partendo da questo presupposto nasce spontanea una domanda: quanto percepirà di pensione chi ha uno stipendio medio pari a circa 1300-1400 euro al mese? Entriamo pertanto nei dettagli per vedere tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Pensione, quanto percepirò con uno stipendio attuale di 1300-1400 euro al mese? Ecco cosa c’è da sapere

Per accedere al trattamento pensionistico, come noto, bisogna essere in possesso di determinati requisiti anagrafici e contributivi. Nonostante ciò c’è chi rischia di dover fare i conti con una brutta sorpresa, finendo per percepire un mini assegno. Proprio in tale ambito, pertanto, sono in tanti a chiedersi quanto percepirà di pensione chi ha uno stipendio attuale medio pari a circa 1300-1400 euro al mese?

Ovviamente non è possibile fornire una risposta assoluta a priori. Questo in quanto a determinare l’importo finale del trattamento pensionistico sono diversi fattori. Tra questi ad esempio l’anno in cui si esce dal lavoro. Per via delle varie riforme, come quella che dovrebbe essere attuata nel corso dell’anno appena iniziato, inoltre, in futuro si dovrà fare quasi certamente i conti con dei cambiamenti. Per questo motivo, nel definire a quanto ammonterà la pensione di chi percepisce uno stipendio medio di circa 1300-1400 euro al mese, facciamo riferimento alla normativa in vigore.

Pensione, occhio al sistema di calcolo: retributivo, contributivo o misto

Entrando nei dettagli è bene sapere che l’’importo differisce a seconda che venga utilizzato come metodo di calcolo il sistema retributivo, quello contributivo o misto. Nel primo caso, come facilmente intuibile al nome, il calcolo viene effettuato basandosi sugli stipendi degli ultimi cinque anni di lavoro.

Nel caso del sistema contributivo, invece, vengono presi in considerazione i contributi effettivamente versati nel corso della propria attività lavorativa. Per quanto riguarda il sistema misto, invece, si presenta come una combinazione, appunto, degli altri due sistemi poc’anzi citati.

Ovviamente bisogna poi prendere in considerazione altri elementi, come ad esempio il montante contributivo. Quest’ultimo frutto dei contributi che il lavoratore ha accumulato nel corso degli anni trascorsi a lavoro. Tra gli altri fattori da prendere in considerazione, inoltre, si citano anche i coefficienti di trasformazione, il tasso di sostituzione e la rivalutazione annuale.

Pensione, ecco quando viene applicato il coefficiente di trasformazione

I coefficienti di trasformazione, in base a quanto si evince dal sito dell’Inps, “sono valori che concorrono al calcolo della pensione con metodo contributivo. Grazie a questi valori il montante contributivo versato dal lavoratore durante la sua vita lavorativa viene trasformato nella pensione annua“.

I coefficienti di trasformazione, pertanto, vengono applicati solamente per le pensioni o quote di quest’ultime che vengono calcolate con il sistema contributivo. In particolare, è bene ricordare, che sono interessati da questo fattore i lavoratori con contributi versati a partire dal 1° gennaio 1996.

Ma non solo, anche coloro che hanno maturato dei contributi alla data del 31 dicembre 1995 e si vedono applicare i coefficienti di trasformazione per le anzianità maturate dopo il 1° gennaio 2012. Questo se in possesso di almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, oppure al 1° gennaio 1996.

Entrando nei dettagli, inoltre, è bene sapere che il coefficiente di trasformazione risulta differente in base all’età in cui si esce dal mondo del lavoro. Tale valore, ad esempio, è pari a 4,186% per chi va in pensione a 57 anni e a 6,15% per chi va in pensione all’età di 70 anni.

Pensione, attenti alle percentuali del tasso di sostituzione

I fattori che vanno a determinare l’importo finale della pensione, pertanto, risultano alquanto diversi da un lavoratore a un altro. Ne sono un chiaro esempio i tassi di sostituzione che differiscono in base a diversi elementi, come ad esempio l’età del soggetto richiedente.

Ma non solo, ad avere particolare importanza si annoverano anche la tipologia di attività lavorativa svolta e l’inflazione. In genere, comunque, è possibile affermare che il tasso di sostituzione per un lavoratore dipendente è pari a circa il 70% – 80%. Per quanto concerne un lavoratore autonomo, invece, è in genere pari al 60% – 70% dell’ultimo reddito da lavoro dichiarato.

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Sono davvero tanti, quindi, i fattori che vengono presi in considerazione per determinare l’importo finale della pensione. Non stupisce quindi il fatto che tale trattamento economico risulti differente da un lavoratore all’altro. A titolo di esempio, comunque, interesserà sapere che in media chi percepisce uno stipendio di circa 1300 – 1400 euro al mese, percepirà un trattamento pensionistico pari a circa mille euro, nel caso in cui si prenda in considerazione un tasso di sostituzione del 70%.

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Tale cifra sarà pari a circa 900 euro al mese, invece, nel caso in cui venga applicato un tasso di sostituzione del 60%. Come già detto, comunque, si tratta solamente di importi ipotetici. In alcune circostanze, infatti, potrebbero risultare più bassi o addirittura più alti. Questo a seconda dei vari elementi presi in considerazione per la determinazione dell’importo finale

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