Truffa del Green Pass su WhatsApp, l’incubo ritorna: come riconoscerla per non “infettarsi”

Ritorna la truffa del Green Pass su WhatsApp. Un messaggio che invita a scaricare la certificazione ma che in realtà nasconde un pericoloso virus.

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I truffatori cercano sempre strade differenti per raggirare le persone oppure semplicemente per creare disagi. Ironia della sorte, una certificazione che serve per cercare di limitare le gravi conseguenze di un virus, il Covid 19, potrebbe diventare la causa della propagazione di un virus sul proprio smartphone. Questo perché il Green Pass viene utilizzato dagli hacker come strumento per infettare i dispositivi elettronici. Dopo Telegram, prima vittima dei truffatori, è il turno di WhatsApp. Attenzione, dunque, ad un messaggio che potrebbe portare gravi conseguenze.

La truffa del Green Pass su WhatsApp, come funziona

Era il mese di giugno quando è iniziato a girare un messaggio su Telegram che si è dimostrato essere una truffa del Green Pass. Durante i mesi estivi la questione sembrava essere conclusa ma la pausa è durata poco. E’ arrivato ottobre, è cambiata app di messaggistica coinvolta, ma il messaggio e le sue conseguenze sono sempre le stesse.

La truffa del Green Pass gira, ora, su WhatsApp così come segnalato da tanti utenti. Si riceve una chat il cui contenuto è “In questo link puoi scaricare il certificato verde Green Pass COVID-19 che ti permette liberamente di muoverti in tutta Italia senza mascherina“. Si fa leva sulla sensibilità e sull’ingenuità degli utenti e sulla forte volontà di fare un passo in avanti per ritornare alla vita prima della pandemia. Naturalmente, una volta cliccato sul link un virus entrerà nello smartphone e i truffatori avranno la strada spianata per accedere a tutti i dati sensibili. 

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Come difendersi dal raggiro

Per difendersi dalla truffa del Green Pass su WhatsApp occorrerà semplicemente ignorare il messaggio, non cliccare assolutamente sul link e avvisare l’applicazione del tentativo di raggiro. La polizia postale offre dei consigli generali per non cadere nelle trappole dei truffatori tecnologici attivate tramite phishing. I link devono sempre essere verificati risalendo alla fonte e accertando, così, la veridicità del messaggio. Inoltre, i dati personali non devono mai essere indicati via chat oppure tramite e-mail con particolare riferimento alle informazioni bancarie. Infine, tutti gli utenti devono sapere che è importante che segnalino l’arrivo di messaggi sospetti alla Polizia Postale utilizzando il portale www.commissariatodips.it.

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