Green Pass: il particolare beffardo che può far saltare il sistema

Esiste un caso in cui nonostante si sia in possesso del Green Pass potrebbero insorgere alcuni problemi per quanto concerne il sistema di tracciamento dei contagi

Green Pass
Fonte Instagram – radiocittafujiko

Il sistema del Green Pass dovrebbe essere nell’ideale del sistema legislativo italiano (e non solo), l’ancora di salvezza per uscire al più presto possibile dalla pandemia di Covid-19. In parte sicuramente lo è, visto che consente alle persone vaccinate di poter fare una vita semi-normale.

Al contempo non è stata ancora trovata una contromisura utile per ovviare ad un problema di non poco conto, che rischia in alcuni casi di far tornare tutto al punto di partenza. Vediamo di cosa si tratta e perché al momento non esiste una soluzione.

Green Pass: il problema del QR Code in caso di soggetto positivo

In pratica, qualora un soggetto vaccinato abbia contratto il virus, nel caso in cui sia asintomatico, può tranquillamente circolare come se nulla fosse. Ad onor del vero, dovrebbe osservare un periodo di quarantena di 7 giorni, ma in pratica non esiste un sistema che lo possa fermare automaticamente.

Infatti l’app VerificaC19 quella che legge i QR-Code per le certificazioni verdi, non è in grado captare se la persona verificata abbia contratto il covid in un momento successivo al rilascio del pass. Un vero e proprio boomerang se si considera che ci sono ancora molte persone che non hanno ricevuto la prima dose e che non sono intenzionate a sottoporsi all’inoculazione.

Prendendo come esempio il classico caso di un ristorante, se il contagiato dovesse riuscire ad entrare (in maniera del tutto disonesta) e avere contatti con persone non immunizzate e quindi potenzialmente soggette anche agli effetti gravi della malattia, si scatenerebbe una nuova catena di contagi. 

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Un difetto che però porta alla luce un altro aspetto. L’istituzione di un software in grado di rilevare i positivi, avrebbe dato libero accesso anche ai gestori dei locali o di altri luoghi di interesse, dei dati sanitari. Il che avrebbe scatenato un’altra ondata di polemiche in merito alla questione privacy.

Insomma, in qualsiasi verso si voglia vedere la questione, c’è comunque qualcosa che non va. Sta al Governo insieme all’autorità sanitarie trovare una soluzione valida per risolvere questo rompicapo. 

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