Postepay, siamo andati a chiedere un finanziamento senza busta paga: com’è finita

L’annuncio dei giorni scorsi da parte di Poste Italiane e quella che è stata tutto sommato una sorta di prova del nove.

Poste italiane lavoro
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Nei giorni scorsi abbiamo scritto di una innovativa, cosi si potrebbe definire, iniziativa lanciata da Poste Italiane al fine di garantire anche a chi non è in possesso di una busta paga la possibilità di accedere a piccoli finanziamenti che vanno dai 1000 ai 3000 euro per i correntisti di Poste Italiane ed i possessori di prepagate Postepay. Si distingue, tra le informazioni che arrivano direttamente dall’azienda tra lavoratori autonomi e dipendenti. Chiaramente l’autonomo non può fornire certezza di entrata di denaro a differenza del dipendente, o anche del pensionato.

L’innovatività della dinamica, di fatto è tutta li. Troppo bello per essere vero, insomma. Nonostante le cifre tutto sommato esigue rispetto ad altre tipologie di prestito solitamente valutate dai cittadini, parliamo sempre di prestar soldi senza alcuna garanzia oggettiva. Il lavoratore autonomo può guadagnare oggi 1000 e domani 100, come fa ad impegnarsi per ben 22 mesi? Questi i tempi della dilazione di pagamento considerata da Poste Italiane.

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La prova del nove: direttamente in ufficio postale a chiedere informazioni a riguardo

Per chiarire al meglio la cosa, siamo entrati direttamente in un ufficio postale, dove uno nostro inviato ha chiesto informazioni circa la possibilità di ricevere un prestito, cosi come propagandato dall’azienda in assenza di busta paga, considerata la posizione lavorativa di quest’ultimo, giornalista, freelance senza quindi alcun contratto di lavoro subordinato. La risposta del consulente in questione? Picche. Nessun finanziamento per chi non ha busta paga. Ma come? Lo spot verte proprio su quell’elemento, e ora il tutto viene smontato?

Il consulente spiega, tra il velato e lo sfrontato che in realtà la possibilità di accedere ad un prestito senza busta paga per un libero professionista, ma il reddito di quest’ultimo deve superare gli 11mila euro. Per il resto, si prediligono statali, lavoratori dipendenti e quant’altro, tutte persone che la busta paga ce l’hanno eccome.

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Morale della favola? Una morale in realtà non l’abbiamo trovata. Abbiamo constatato di persona che purtroppo tutto ciò che viene diffuso dalle aziende sul proprio conto sui propri programmi sulle proprie iniziative, può essere, a volte, nient’altro che uno specchietto per le allodole. Un richiamo, una falsa promessa, qualcosa che probabilmente non dovrebbe esistere, per lo meno, per evitare di alimentare false speranze. Se non lavori, i soldi non te li dà nessuno.

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