Ponte sullo Stretto, quanto costerà: aumentano le probabilità di realizzazione

Si riaffaccia l’idea del Ponte sullo Stretto. La spinta potrebbe arrivare dai miliardi stanziati dal Piano Nazionale Resistenza e Resilienza. 

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Questo ponte non s’ha da fare… o forse sì dato che l’ipotesi di una sua realizzazione è ritornata per l’ennesima volta alla ribalta supportata, però, da un piano realistico. Il Piano Nazionale Resistenza e Resilienza lanciato dal governo italiano per dare nuovo impulso all’economia dopo la pandemia prevede l’arrivo di miliardi di euro che potrebbero servire per la realizzazione di un progetto che da anni è sul tavolo. Il Ponte sullo Stretto, più una minaccia che una promessa per tutte le volte che gli italiani hanno ventilato una sua costruzione per poi vedere l’idea sfumare per svariati motivi.

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Il Ponte sullo Stretto può essere realizzato, ecco perché

Il Ministro delle Infrastrutture Giovannini ha reso noto la prossima ufficializzazione della decisione relativa alla costruzione o meno del Ponte sullo Stretto. Giovannini ha commissionato a Italferr uno studio di fattibilità (uno dei tanti) i cui risultati consentiranno di capire se l’opera può essere realizzata oppure no. L’esito arriverà nel 2022 e, qualora risultasse positivo, l’avvio dell’operazione potrebbe essere previsto nel 2023 previo inserimento della realizzazione nella Legge di Bilancio.

Questa volta l’idea potrebbe diventare realtà perché, secondo Giovannini, c’è la volontà del Governo e di Draghi di metterla in atto e di porre fine, una volta per tutte, alla questione.

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L’idea da realizzare ha l’ok del Governo

Nel 2002, Silvio Berlusconi innescò la miccia ipotizzando la costruzione del ponte per collegare Calabria e Sicilia. Nel 2013, dopo anni di nulla di fatto, Mario Monti accantonò l’idea oggi ripresa e appoggiata da Mario Draghi. Le motivazioni alla base della necessità di creare un collegamento tra la penisola e l’isola sono di carattere economico. Le disparità riscontrate dalle considerazioni socio-economiche riflettono un andamento negativo della popolazione, del PIL e dell’occupazione superiore al sud rispetto che alle zone dell’Italia centrale e settentrionale. In più, afferma Giovannini, il ponte accorcerebbe notevolmente i tempi degli spostamenti.

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Obiettivi del Ponte sullo Stretto

L’obiettivo principale del ponte è dare nuovo impulso sia alla Sicilia che alla Calabria. Le regioni vertono in condizioni di difficoltà e un loro rilancio è fondamentale. L’idea si affianca al raggiungimento di un altro proposito, portare l’Alta Velocità in Sicilia collegandola al progetto della linea Salerno-Reggio Calabria. Porti, ferrovie, strade, l’economia del sud trarrebbe giovamento e con essa anche quella di tutta la penisola duramente colpita dalla pandemia.

La decisione finale spetta, dunque, a Italferr, l’azienda di Ferrovie incaricata di svolgere lo studio di fattibilità. Le problematiche riportate da chi è contrario alla costruzione sono soprattutto di carattere ambientale ma in molti avvallano la spesa eccessiva per contrastare la realizzazione del ponte. Tra qualche mese avremo il verdetto e capiremo se questa volta l’ipotesi diventerà realtà o se si sarà trattato di un ennesimo annuncio nel vuoto.

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