Questionari del Fisco in arrivo: c’è da perdere la testa se non si corre al riparo

Centinaia di migliaia di questionari del Fisco sono in arrivo. I cittadini e le imprese destinatari della missiva non devono spaventarsi ma sapere come agire per tutelarsi.

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Ricevere per raccomandata un questionario del Fisco non è un avvenimento desiderato. Spesso segnala che un accertamento fiscale è in atto e occorre sapere come agire per evitare controlli più approfonditi o segnalazioni che potrebbero portare a sanzioni salate. Rispondere o non rispondere, il dubbio potrebbe venire ma l’alternativa corretta è una sola.

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Come comportarsi in caso di arrivo di questionari del Fisco

L’Agenzia delle Entrate invia i questionari ai cittadini e alle imprese per raccogliere dati e informazioni direttamente dal contribuente. Il destinatario della raccomandata non è obbligato a rispondere ma il Fisco chiede caldamente la sua collaborazione e il suo consenso.

Le domande sono volte a stabilire nei dettagli la posizione fiscale dei contribuenti e chiedono dati, documenti, notizie, informazioni. I soggetti destinatari non sono scelti a caso, per sorteggio, ma selezionati perché già sotto accertamento.

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Chi riceverà la raccomandata del Fisco?

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I contribuenti che riceveranno la raccomandata del Fisco con i questionari da compilare sono persone o imprese che hanno accertamenti in corso. L’Agenzia delle Entrate potrebbe avere la necessità di indagare su operazioni compiute dal contribuente ed invia, così, le domande che spesso possono rivelarsi insidiose. L’attenzione sulle risposte da fornire, dunque, dovrà essere alta dato che saranno proprio le risposte date ad evitare che ci siano controlli successivi più approfonditi.

Rispondere o non rispondere?

La scelta è, almeno apparentemente, del contribuente. Il Fisco non obbliga alla risposta e non sono previste sanzioni qualora non si compili e rinvii il questionario. Le multe sono previste, però, in caso di risposte false o parziali per importi che variano da 250 a 2.000 euro.

Non rispondere indispettirebbe l’Agenzia delle Entrate che procederebbe quasi certamente con ulteriori controlli. Le verifiche saranno più approfondite e volte a rilevare ogni minima incoerenza nella posizione fiscale. Redditi e Iva saranno ispezionati dettagliatamente secondo quanto concesso con l’accertamento induttivo. Di fatto, dunque, la decisione corretta è una sola, rispondere.

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Cosa accade se non si risponde ai questionari

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Non rispondendo al questionario inviato dal Fisco si incorrerà nell’accertamento induttivo, un controllo alla contabilità per cui sarebbe difficile riuscire a giustificare tutti i pagamenti e le entrate registrate. Inoltre, non inviando la documentazione richiesta non si potranno utilizzare i documenti in un eventuale giudizio tributario. La difesa, così, sarà più complicata e il rifiuto verrà visto negativamente dall’Agenzia delle Entrate.

Rispondendo al questionario, invece, si forniranno le informazioni che potrebbero far desistere il Fisco dal continuare con le verifiche. Spiegando i movimenti considerati sospetti e indicando la provenienza di eventuali somme la situazione di dubbio si risolverebbe e il contribuente potrebbe tirare un sospiro di sollievo.

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