Scattano i controlli sui conti correnti: la Guardia di Finanza passa alle multe

Il particolare momento storico ha dato il via ad una serie di dinamiche che ora lo Stato vuole monitorare ad ogni costo.

Guardia di Finanza
Guardia di finanza (Fonte foto: web)

Il buio periodo, si spera ormai alle spalle, scaturito dagli effetti più asfissianti della pandemia di covid, ha mostrato il conto sull’economia di mezzo mondo ed anche di più. Le restrizioni, le svariate misure di sicurezza adottata obbligatoriamente dai singoli paese, hanno, di fatto, limitato o calpestato del tutto svariate tipologie di attività commerciali e singoli lavoratori. Negli ultimi mesi, il Governo ha provveduto a dare a tutti una grossa mano, con una serie di bonus e di misure atte a consentire una sorta di piccola ripresa economica.

In seguito all’erogazioni di grosse somme di denaro a sostegno di particolari situazioni, commercianti che hanno visto ridursi il proprio volume d’affari, liberi professionisti impossibilitati a svolgere regolarmente il proprio lavoro, numerose altre categorie in un modo o nell’altro segnate dalla crisi, sono scattati, di conseguenza i controlli dello stesso Stato per verificare che tutti i destinatari di tali aiuti ne avessero effettivamente diritto.

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Conti correnti: lo Stato fa sul serio, è lotta serrata ad illeciti ed evasione fiscale

La Guardia di Finanza oltre ad accertare che determinati parametri, denunciati dai contribuenti per ricevere i contributi di sostegno fossero effettivamente presenti, verificherà anche la condizione di chi sposta capitali all’estero con poca chiarezza o comunque gestisce attività al di fuori dai confini nazionali. A tal proposito sarà previsto un questionario da sottoporre ai contribuenti che in qualche modo agiscono oltre l’Italia.

Operazioni sopra i 15mila euro, titolari di imprese e quant’altro. Chiaramente la mancata risposta a tal questionari comporterà una serie di ammende, tra i 250 auro ai 2000 euro per le persone fisiche e tra i 2000 euro e i 21mila euro per le società.

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Questo è ciò che si evince da una nota della stessa Guardia di Finanza in merito al particolare momento: “Gli strumenti di contrasto del fenomeni di illecito trasferimento e detenzione di attività economiche e finanziarie all’estero, consentendo di acquisire informazioni di rilevante interesse operativo relative a operazioni transfrontaliere dietro le quali possono celarsi condotte di evasione fiscale e altri illeciti collegati”.

Il momento è insomma delicato e recuperare ciò illecitamente viene prodotto all’estero o in qualche modo nascosto dal controllo dello Stato è dovere sacrosanto degli organi preposti. Lo Stato, sempre lui, promotore e garante di ciò che potrebbe far ripartire il motore dell’intero paese.

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