Furti ai danni degli anziani: ecco come riuscivano a rubargli tutto

È davvero terribile quanto successo ad alcuni anziani, finiti nel mirino di una banda che ha rubato loro soldi e gioielli. Ecco cosa è successo.

anziano

L’ultimo anno è stato segnato dall’impatto del Covid che ha portato con sé delle ripercussioni negative sia per quanto concerne le relazioni sociali che economiche. Un momento storico particolarmente complicato che, tuttavia, non riesce a fermare i ladri. Anzi, proprio nell’ultimo periodo, complice anche un utilizzo sempre più massiccio dei vari dispositivi tecnologici, sono sempre più i malintenzionati che cercano di estorcere del denaro al malcapitato di turno attraverso delle trappole studiate fin nei mini particolari.

Ne sono un chiaro esempio alcuni tentativi di raggiro, come le assicurazioni online inesistenti o la truffa del finto buono Ikea. Se tutto questo non bastasse, non mancano i tentativi di furto. Lo sanno bene, purtroppo, alcuni anziani, finiti nel mirino di una banda di criminali, che sono riusciti a estorcere soldi e gioielli con una tecnica vecchia come il mondo. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa è successo.

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Furti ai danni degli anziani: riuscivano a rubargli tutto con la tecnica dell’abbraccio

Pixabay

Sono davvero tanti i tentativi di raggiro a cui bisogna prestare ogni giorno attenzione. Lo sanno bene, purtroppo, alcuni anziani finiti di recente nel mirino di una banda di malintenzionati. Una maxi organizzazione criminale operativa nelle città del Nord e Centro Italia, che ha messo a segno circa una sessantina di colpi tra la fine del 2019 e l’inizio del 2021.

Grazie alle indagini del nucleo operativo radiomobile di Legnago, in provincia di Verona, lo scorso 25 giugno, 23 persone di etnia rom sono state arrestate, mentre altre 22 sono state denunciate. Ma cosa è successo? Ebbene, in base alla ricostruzione dei fatti, delle rapinatrici derubavano gli anziani di soldi e gioielli attraverso la tecnica dell’abbraccio.

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Una volta individuata la vittima, la rom scendeva dalla vettura guidata da un complice e, fingendo di conoscere già il malcapitato di turno, lo abbracciava, rubando in questo modo soldi e gioielli. I membri della banda, con età compresa tra i 20 e i 45 anni e residenti in Romania, vivevano in varie città del nord Italia. A capo della struttura i rom che mettevano a loro disposizione case e 55 vetture intestate a prestanome o immatricolate all’estero, in modo tale da poter permettere loro di mettere a segno i colpi.

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