Fisco, torna lo spettro del redditometro: chi rischia di chiudere

Brutte notizie in arrivo per molti contribuenti che a breve potrebbero ritornare a dover fare i conti con l’incubo redditometro, rischiando così di chiudere i battenti.

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Gli ultimi mesi sono stati segnati dall’impatto del Covid che ha portato con sé delle ripercussioni negative sia dal punto di vista sociale che economico. Molte imprese, a causa delle varie restrizioni, hanno dovuto abbassare le serrande delle proprie attività. Se tutto questo non bastasse, ad aggravare la situazione, è il timore che hanno in molti di dover fare, a breve, i conti con il tanto temuto redditometro.

Quest’ultimo si presenta come uno strumento volto ad accertare il livello di reddito delle persone e verificare eventuali movimenti sospetti. A tal fine, ricordiamo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta valutando come formulare i nuovi criteri per attuare i controlli sui contribuenti. Una situazione che non passa di certo inosservata, con molti che rischiano di essere condannati a chiudere.

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Fisco, torna lo spettro del redditometro: tutto quello che c’è da sapere

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(Fonte; Pixabay)

Nato per contrastare l’evasione fiscale, il redditometro sembra destinato a tornare, portando con sé degli importanti cambiamenti. Dopo essere stato accantonato nel 2018, infatti, il governo a guida Draghi starebbe pensando di riutilizzare tale strumento. In questo modo si cercherà di scoprire i cosiddetti furbetti.

A tal proposito, ricordiamo, il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia ha pubblicato sul proprio sito una consultazione con le categorie sullo schema di decreto con gli elementi attraverso i quali ricostruire la capacità contributiva dei contribuenti a partire dal 2016. Il termine ultimo di queste consultazioni è fissato per il prossimo 15 luglio, con i controlli che dovrebbero scattare in caso di scostamenti superiori al 20%.

Al momento, come già detto, ancora nulla è stato stabilito, con pochi esponenti di partito che hanno deciso di esprimersi sulla vicenda. C’è chi lo ha definito un vero e proprio incubo, chi invece ritiene che si riveli essere il colpo di grazia per partite Iva e autonomi. A manifestare il proprio dissenso sono, in particolar modo, i partiti d’opposizione e i lavoratori coinvolti da questa situazione.

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Le dichiarazioni di Eugenio Filograna e Giorgia Meloni

In un momento storico in cui abbiamo un milione di disoccupati in più rispetto al 2019, con le proiezioni per il prossimo biennio vedono drammaticamente salire questi numeri fino a 3 milioni di posti di lavoro in meno e un milione di partite Iva che chiuderanno i battenti, pensare di introdurre un nuovo redditometro significa voler dare un colpo di grazia ai lavoratori autonomi che sono quelli che stanno pagando il prezzo più alto della pandemia“, ha affermato, ad esempio, Eugenio Filograna, presidente del movimento Autonomi e Partite Iva, così come si evince da Libero Quotidiano.

Dello stesso avviso Fratelli D’Italia, con la leader, Giorgia Meloni, che dal suo canto ha affermato: “Si tratta di un enorme passo indietro che ci fa ripiombare negli anni della peggiore persecuzione fiscale messa in piedi dai governi dei tecnici e della sinistra: contro il redditometro ci batteremo in Parlamento“.

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