Lotta all’evasione: entro quanto tempo il Fisco può notificare un accertamento

Continua la lotta all’evasione da parte dell’Agenzia delle Entrate, con molti che si chiedono entro quanto tempo può notificare un accertamento fiscale. Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

I soldi non danno la felicità, ma aiutano senz’ombra di dubbio a risolvere un bel po’ di problemi. A partire dalla spesa settimanale fino ad arrivare alle bollette, d’altronde, sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere mano al portafoglio. Se tutto questo non bastasse, l’impatto del coronavirus sull’economia ha contribuito ad aumentare uno stato di incertezza, che porta sempre più persone a volgere un occhio di riguardo al mondo del risparmio.

A tal fine molte famiglie decidono di lasciare i propri soldi fermi sul conto corrente, finendo in alcuni casi per attirare l’attenzione del Fisco. Non si tratta solo dello spettro della patrimoniale, ma anche della volontà di contrastare l’evasione fiscale, ritenuta una vera e propria piaga della nostra società. Proprio per questo motivo, in caso di movimenti sospetti, l’Agenzia delle Entrate può decidere di effettuare dei controlli ad hoc. Ma entro quanto tempo può notificare un accertamento fiscale? Entriamo nei dettagli e scopriamolo assieme.

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Lotta all’evasione, entro quanto tempo il Fisco può notificare un accertamento: tutto quello che c’è da sapere

conto corrente
Controlli sul Fisco (Fonte foto: web)

La macchina amministrativa non si ferma mai, con il Fisco sempre pronto a effettuare gli opportuni controlli al fine di contrastare l’evasione fiscale. Ma entro quanto tempo l’Agenzia delle Entrate può notificare un accertamento fiscale?

Ebbene, per rispondere a tale domanda bisogna innanzitutto sottolineare che le tempistiche risultano differenti a seconda che sia stata presentata o meno la dichiarazione dei redditi. Entrando nei dettagli, infatti, se il contribuente:

  • Non ha presentato la dichiarazione dei redditi, allora il Fisco deve notificare l’atto di accertamento entro il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui doveva essere presentata la dichiarazione. Se un contribuente non presenta la dichiarazione dei redditi nel 2021, inerente i compensi del 2020, quindi, l’Agenzia delle Entrate può effettuare i controlli entro il 31 dicembre 2028.
  • Ha presentato la dichiarazione dei redditi ma non riporta correttamente i redditi percepiti o vengono rilevati dei costi non sostenuti, il Fisco può andare indietro di 6 anni. Questo, quindi, vuol dire che l’accertamento deve essere notificato entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Nel caso della dichiarazione dei redditi del 2021, inerente i compensi del 2020, quindi, vi è tempo fino al 31 dicembre 2026.

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A seconda se il soggetto abbia o meno presentato la dichiarazione dei redditi, quindi, le tempistiche risultano differenti, con l’Agenzia delle Entrate sempre pronta a contrastare l’evasione fiscale.

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