Importanti novità per i ristoranti, che si ritrovano a dover fare i conti con delle nuove regole. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Il 2020 è stato segnato dall’impatto del Coronavirus che ha portato con sé delle ripercussioni negative sia dal punto di vista delle relazioni sociale che economiche. Al fine di contrastarne la diffusione, infatti, ci viene chiesto di prestare attenzione a vari accorgimenti, come ad esempio il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine. Un momento storico particolarmente complicato, che ha visto, purtroppo, molti imprenditori abbassare le saracinesche delle proprie attività, con alcuni settori maggiormente colpiti di altri.
Tra questi si annovera il mondo della ristorazione, che si ritrova a dover fare i conti da ormai più di un anno con le varie restrizioni. A partire dal cibo d’asporto, passando per il numero massimo di persone per tavolo, fino ad arrivare al coprifuoco, infatti, sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Proprio in tale ambito interesserà sapere che sono in arrivo delle importanti novità, con i ristoranti che dovranno fare i conti con delle nuove regole. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
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Ristoranti, cambiano le carte in tavola: 6 persone per tavolo al chiuso, nessun limite all’aperto
Governo e Regioni sono finalmente giunti ad un accordo per quanto riguarda il numero di persone per tavolo al ristorante. Ebbene, grazie alle nuove regole i ristoranti, nelle zone bianche, potranno far sedere 6 persone per tavolo al chiuso, mentre non vi sono limiti all’aperto. Resta invece il limite di 4 persone, sia all’aperto che al chiuso, per i ristoranti in zona gialla.
Ebbene, in base al recente accordo tra Governo e Regioni, come già detto, si potrà mangiare allo stesso tavolo al chiuso in 6 persone. Questo numero può essere superato nel caso in cui si tratti di due nuclei familiari. Per quanto riguarda i matrimoni, invece, continua a destare interesse il tema dei controlli preventivi.
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In particolare, secondo il garante della privacy, le verifiche sul green pass, obbligatorio per gli invitati, devono essere affidate alle forze dell’ordine. Lo scopo, quindi, è quello di individuare una linea comune per accertare che siano presenti solo persone guarite dal Covid, che abbiano fatto il vaccino oppure il tampone con esito negativo nelle 48 precedenti il giorno del matrimonio.