Assistente sociale: quanto guadagna chi si occupa dei casi più delicati

Quanto percepisce un assistente sociale per il suo lavoro? Scopriamolo insieme tenendo conto delle dovute differenze di ruolo e di grado 

Assistente sociale
Fonte Pixabay

L’assistente sociale è un lavoro tanto lodevole quanto difficile e prevede diverse posizioni, livelli di professionalità e responsabilità. Questi fattori naturalmente ne determinano i guadagni, che per forza di cose sono piuttosto differenti e con un grosso margine di oscillazione.

Quindi per capire quanto guadagna di fatto un assistenze sociale è bene distinguere prima il ruolo e l’area di riferimento e poi associare delle cifre. Come tanti lavori si parte dal basso, ma le possibilità di crescita sono ampie e decisamente remunerative.

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Assistente sociale: quanto guadagna in base alla tipologia di servizio che offre

Il salario minimo mensile è di circa 850 euro mentre quello massimo può superare i 2.000 euro. In Italia per questo genere di mansione il guadagno medio è di 1.350 euro netti che alla fine dell’anno si traducono in 24.300 euro lordi. 

L’esperienza è il fattore che fa maggiormente la differenza. Si parte dagli 850-900 euro al mese dell’assistente sociale junior (ovvero con meno di tre anni di esperienza lavorativa). Quando invece si entra in una fase intermedia della propria carriera la base è di 1.200 euro netti. In quella finale, in cui si possono vantare più di 20 anni di servizio si parte dai 1.700 euro mensili. 

Naturalmente vanno considerate anche altre variabili come la tipologia di lavoro svolto. Esistono infatti tre macro categorie, ovvero servizio sociale organizzativo, relazioni pubbliche e sociali e l’intervento psicosociale. 

Da non tralasciare nemmeno le fasce d’età con cui ci si relaziona (bambini, anziani o persone di qualsiasi età), così come l’ambito di riferimento (adozioni, dipendenze, immigrazione, tutela dei minori).

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Lo stipendio è anche determinato dal posto in cui si presta servizio e qui viene fuori la classica dicotomia tra pubblico e privato. La prima strada prevede orari e paga più o meno standardizzati (36 ore settimanali con stipendio da almeno 1.300 euro al mese), la seconda invece può far intascare anche 2.000 euro qualora si diventi coordinatore o responsabile. Non è da escludere nemmeno la possibilità di poter lavorare da libero professionista in solitaria o in associazione, con appositi tariffari che variano in base al servizio offerto.

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