Il mondo del procuratore sportivo: cosa fa e quanto guadagna

La conoscenza del diritto e della giurisprudenza è fondamentale. Diventare procuratore sportivo non è difficile ma occorre una preparazione severa. 

Procuratore sportivo
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Probabilmente non è il ruolo più ambito. Anzi, non lo era. Negli ultimi anni, la figura del procuratore sportivo ha goduto di un’impressionante crescita di popolarità, senza raggiungere i livelli di quelle del giocatore o dell’allenatore naturalmente. La possibilità di accedere nell’élite dello sport che conta, però, sicuramente affascina più di qualche decennio fa. I precursori della professione possedevano requisiti specifici, catalogandosi più che altro nell’ambito del diritto. Anche oggi è così ma, visti i tempi, anche il livello di competenza è cambiato, adeguandosi alla necessità imposta dalle innovazioni tecnologiche.

Non basta più gestire gli aspetti economici della vita di un atleta. Il procuratore tiene d’occhio ciò che costituisce la sua giornata (social compresi), lo accompagna nella settimana di preparazione ai match, lega con gli sponsor e media con la società laddove esistano delle richieste specifiche. Fondamentalmente, i requisiti sono sempre gli stessi: conoscenza del diritto, delle normative di riferimento, abilità nelle contrattazioni e nelle lingue straniere. A cambiare sono più che altro i contesti e anche le persone.

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Il mondo del procuratore sportivo: come iniziare la professione

Più si sale di livello, più si entra in mondi dorati ma tutt’altro che semplici. Per restare al mondo del calcio, alcuni giocatori sono dei veri e propri brand viventi, attorniati di sponsor e promotori del marchio di sé stessi. Ma, visto di atleti ce ne sono potenzialmente migliaia da seguire e anche in serie minori e con meno caos, per chi ambisce a svolgere questa professione è bene sapere che la preparazione deve essere massima. Pur restando comunque alla portata di tutti. Una piccola rivoluzione è arrivata nel 2018, quando la Legge di Bilancio ha inserito nuovamente l’esame di abilitazione (cancellato nel 2015). Per esercitare la professione, è necessaria l’iscrizione all’albo di riferimento, gestito dal Coni. L’esame, invece, viene gestito dalle federazioni di appartenenza (ad esempio la Figc).

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Scienze economiche e giuridiche sono quelle che maggiormente caratterizzeranno il test di ammissione all’ordine. Chi ha messo il suo nome in un altro albo tuttavia (come quello degli avvocati), non avrà bisogno di effettuare l’iscrizione a quello dei procuratori. Per quanto riguarda gli altri requisiti, vigono i consueti: cittadinanza italiana, godimento dei diritti civili e politici, fedina penale pulita, diploma di maturità. La conoscenza dell’ambito del diritto e della giurisprudenza, comunque, è fondamentale. Non è un caso che, perlopiù, gli atleti scelgano proprio degli avvocati come procuratori. Per quanto riguarda i compensi, il procuratore arriva a percepire il 3% lordo dello stipendio di un calciatore. Sulla base del quale andranno fatti i (grossi) conti…

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