Carte prepagate e fisco: quello che gli italiani non sanno

Le carte prepagate continuano ad essere lo strumento preferito dagli italiani. Comode, gratuite, semplici da utilizzare.

Carta prepagata
Carta prepagata (Adobe)

Nel nostro paese, cosi come in ogni parte del mondo, si fa un utilizzo davvero imponente di carte prepagate. Il motivo è molto semplice. Le carte prepagate costano niente, non hanno spese di gestione, hanno nella maggior parte dei casi un iban, e quindi consentono anche l’accredito dello stipendio e poi se ne possono avere quante ne vogliamo. Ma, in ogni caso, quello che non sappiamo, è che non siamo del tutto estranei alle logiche del fisco.

La carta prepagata, nella maggior parte dei casi la si utilizza per acquisti sul web o come piccolo salvadanaio. Certo, c’è chi su una prepagata si fa accreditare lo stipendio, ma nella maggior parte dei casi, escluse rare eventualità, parliamo di cifre non troppo rilevanti. L’errore che spesso ed inconsapevolmente si commette, però, è quello di ricaricare di continuo la carta prepagata, in contanti, presso le apposite ricevitorie o punti vendita abilitati.

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Carte prepagate e fisco: cosa facciamo di sbagliato

Quello che in realtà, inconsapevolmente, in qualche modo potrebbe condannarci, a controlli più aspri e severi, è il fatto di utilizzare senza alcun problema la carta prepagata ricaricandola attraverso l’utilizzo dei contanti. La domanda che il fisco potrebbe farci è chiaramente quella relativa alla provenienza di tali soldi. Ricaricare una prepagata dal proprio conto corrente ha un senso, chiarisce anche la provenienza eventuale di quei soldi, diversamente, invece, no.

Quindi, in un certo senso, siamo tutti, noi che utilizziamo carte prepagate, spesso ricaricandole, magari in tabaccheria, in contanti, per effettuare un acquisto on line, soggetti a controlli più specifici da parte del fisco italiano.

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Dove immaginiamo non ci siano controlli, in realtà, ce ne sono eccome. La questione è molto semplice, non esiste certificazione, non esiste la prova del passaggio di quei soldi da un soggetto all’altro, se si adoperano sempre e solo contanti. In caso contrario, tutto è certificabile, tutto ha prova, tutto, di fatto, è lecito.

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