I numeri agghiaccianti delle attività che chiuderanno in Italia nel 2021

Le restrizioni anti-covid e la crescita esponenziale del mercato online sta pian piano tagliando fuori dal mercato il settore delle vendite al dettaglio

Vendita al dettaglio
Fonte Pixabay

È inutile negarlo, l’avvento del covid 19 ha cambiato le abitudini dei consumatori che italiani, che sono sempre più propensi ad acquistare online. A rimetterci potrebbero essere circa 70mila attività di vendita al dettaglio, che secondo l’analisi di Confesercenti rischiano seriamente di sparire nel corso del 2021.

I dati parlano chiaro nel primo bimestre dell’anno gli acquisti presso grandi distributori e negozi di piccoli superfici sono calati del 3,8% e del 10,7%. Sul versante opposto le vendite online hanno ottenuto ulteriori consensi aumentando del 37,2%. A favorire questa transizione è stato il lockdown nazionale dello scorso anno prima e le misure di contenimento a colori entrate in vigore nell’autunno 2020.

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Vendite al dettaglio: le attività a maggior rischio chiusura nel 2021

Una situazione che rischia di precipitare qualora non vengano allentate le misure di sicurezza anti-contagio. Tra le attività che rischiano di abbassare definitivamente la saracinesca ci sono in particolar modo quelle che sono collocate all’interno dei centri commerciali. Il motivo principale è la chiusura forzata nei weekend, che comporta una perdita stimata di 1,5 miliardi a settimana. 

Non deve ingannare l’incremento del 6,6% delle vendite al dettaglio registrato nel mese di febbraio. Di fatto si tratta di un monopolio di prodotti informatici e ed elettrodomestici. Il presidente di Confesercenti Giancarlo Banchieri ha fatto il punto della situazione dei ristoranti, che sono probabilmente tra i più a rischio.

Le riaperture solo per chi ha spazi esterni è di fatto una condanna per chi non ha questa possibilità. Inoltre anche molti esercenti che hanno dei tavoli all’aperto possono contare su aree di dimensioni modeste.

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Fattori che rischiano di incidere sul fatturato delle attività ristorative, che con l’avanzare della primavera e l’arrivo dell’estate si auspicavano di poter tornare a lavorare a regimi più o meno regolari.

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