Vendita al dettaglio, gennaio nero: dati horror per il non alimentare

Le limitazioni dell’attività giocano un ruolo importante nel calo delle vendite al dettaglio. Ma il trend non è lo stesso per ogni settore.

Vendita al dettaglio
Foto di Peter H da Pixabay

Un inizio anno particolarmente sfortunato per le vendite al dettaglio, diminuite esponenzialmente con l’arrivo del 2021. Certo, un dato indicativo su un trend che, per forza di cose, si è sviluppato già a partire dai mesi precedenti ma che, con l’anno nuovo, si è consolidato prendendo forma definitiva. La variazione è stata sostanziale a livello mensile: dal -2,4% di dicembre al -3,0% di gennaio. Il che significa una variazione annuale di -6,8%. Un confronto impietoso con il precedente -3,2%, fatto registrare appena 12 mesi prima.

I dati sono stati rilasciati dall’Istat e dipingono un quadro estremamente opaco. A influire, secondo l’Istituto di statistica, è stato naturalmente il periodo della pandemia e il chiarimento arriva subito: “Il 2021 si apre con il protrarsi dell’emergenza sanitaria e, conseguentemente, delle limitazioni alle attività degli esercizi commerciali stabilite a livello regionale e nazionale“. In sostanza, il nuovo trend non sarebbe figlio di una variazione nei canoni di acquisto ma di una fisiologica diminuzione dovuta a ciò che viviamo.

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Vendita al dettaglio, gennaio nero: chi sale e chi scende

Numeri particolarmente sconfortanti per il comparto non alimentare, che “continua a registrare un calo rilevante, mentre il settore alimentare si mantiene in crescita”. In questo caso, infatti, si parla di un segno “più”: +0,1% in valore e +0,3% in volume per i beni alimentari, contro un -5,8% in valore e un -7,2% in volume per quelli non alimentari. Praticamente gli antipodi. Certo, si ragiona su base tendenziale ma è anche vero che per recuperare terreno rispetto a un simile trend ci sarebbe bisogno quantomeno di condizioni normali.

Al momento, i dati delle vendite per il mese di gennaio mostrano tendenza leggermente diverse ma tutto sommato in calo in modo uniforme. Detto dei non alimentari (giù nell’ultimo anno del -15,5% in valore e -17,1% in volume), scendono anche le calzature e gli articoli da viaggio (-36,4%) e l’abbigliamento (-33,0%). In rialzo, invece, gli elettrodomestici (+11,7%) e l’informatica/telefonia (+9,9%). In generale, il settore elettronico sale del 38,4% rispetto a gennaio 2020. A conferma della caratteristica principe dei tempi moderni.

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