Quando è possibile contestare la multa per violazione del coprifuoco

Multa per violazione del coprifuoco: non c’è motivo per cui dovremmo pagarla, dopo la sentenza di Reggio Emilia

Quando è possibile contestare la multa per violazione del coprifuoco
Multa (Fonte foto: web)

È legittimo da parte di un governo, in tempi non di guerra dichiarare che la popolazione deve rispettare un coprifuoco? Effettivamente questa è una delle scelte che più hanno fatto discutere nell’ultimo anno, visto che pare non abbia neanche portato a chissà quale miglioramento, fino all’avvento dei vaccini sul nostro territorio.

Ed inoltre, sono due le cose abbastanza strane a far riflettere su questa decisione piuttosto che su altre strade, perché il virus non dovrebbe viaggiare dopo un determinato orario, in Italia le 22, e quanto è possibile realizzare una così forte limitazione delle scelte personali in democrazia. Sta di fatto che così come le multe per divieto di sosta, anche quelle per non aver rispettato il coprifuoco sono annullabili.

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Il Tribunale di Reggio Emilia sulla multa per il coprifuoco

Il Tribunale di Reggio Emilia è stato chiamato in causa da una coppia di cittadini, che al momento della richiesta degli agenti di specificare perché stessero violando il corpifuoco, avrebbero trovato scuse non convincenti e quindi sanzionabili con una multa. Ricordiamo che al momento, le multe previste per non aver dato ascolto ai Dpcm variano dai 400 ai 1.000 euro. Ebbene, secondo i giudici, i cittadini non dovranno pagare: “perché il fatto non costituisce reato”.

Le stesse autocertificazioni servirebbero in realtà a ben poco perché il governo può sì consigliare ma non obbligare la popolazione a restare in casa per un’emergenza sanitaria. Ne sarà contento, forse, l’artigiano di Macerata che nello scorso week-end, si è fatto multare due volte in 48 ore. Inoltre il giudice ha anche spiegato che lo stesso Dpcm dell’8 marzo 2020 sarebbe illegittimo, in quanto: “Il DPCM in questione è un semplice atto “regolamentare”, che dunque manca della forza normativa per costringere qualcuno a restare in casa”.

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Questo significa che qualunque tipo di autocertificazione, che su essa ci sia scritto il falso o che le cose avvengano dopo le 22, non costituiscano una motivazione per poterci multare. Natualmente, tutto questo esula dal non essere colpevoli, se invece gli spostamenti dovessero avvenire contro una disposizione imposta dal codice penale e quindi dalla legge, su un soggetto. Per il resto invece, le limitazioni dopo la sentenza di Reggio Emilia, vengono considerate non legittime sia per gli spostamenti verso altri luighi che dopo i confini temporali dei Dpcm.

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