Bollo auto e multe, interviene la pace fiscale: ecco chi si salva

Se il decreto Sostegno porterà l’agognata pace fiscale lo si saprà a breve. Nel frattempo, si delinea la prima platea di beneficiari ma anche il primo scontro politico.

Bollo Fisco
Foto di Lucia Grzeskiewicz da Pixabay

La riforma del Fisco fa tremare su alcuni fronti ma anche auspicare qualche svolta positiva. Soprattutto sulla questione delle cartelle esattoriali, che potrebbero subire un’ulteriore sospensione in attesa che il tutto venga definito in termini di rottamazione. Di sicuro, l’estensione della sanatoria interesserà il periodo esattoriale compreso fra il 2000 e il 2015, imprimendo un’importante sforbiciata ai crediti sospesi con importi non superiori ai 5 mila euro (inclusi interessi e sanzioni). La prima parte della riforma assumerà quindi le sembianze del Saldo e stralcio. Il quale, come già visto nei giorni scorsi, interesserà anche  situazioni come i Bolli auto e le multe.

In questo senso, per molti automobilisti la questione potrebbe diventare leggermente migliore a breve, perlomeno qualora il decreto Sostegno diventasse effettivamente la pietra d’angolo per riformare il sistema fiscale. In ballo, infatti c’è una sanatoria monstre che potrebbe significare rottamazione delle cartelle esattoriali ma anche evaporazione delle sanzioni per infrazioni stradali e degli arretrati nel pagamento del Bollo.

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Bollo auto e multe, interviene la pace fiscale: lo scontro politico

Un punto più politico che economico, vista la battaglia portata avanti da alcuni partiti (Lega in primis). Tuttavia, qualora effettivamente diventasse operativa, la misura provocherebbe di rimando i primi sconquassi nella maggioranza che ha dato vita al nuovo corso dopo il Conte II. Negli ultimi giorni è stato in particolare il Partito democratico, ora alle prese col vuoto di segreteria a seguito delle dimissioni di Nicola Zingaretti, a sollevare la questione. In particolare, reputando la sanatoria necessaria solo per le cartelle non più esigibili.

Anzi, dal Nazareno avevano precisato che per ristabilire equità fra Pubblica amministrazione e cittadini sarebbe servita una riforma fiscale che mettesse sotto i riflettori tutte le categorie dei cittadini e non solo quelli privi di ritenuta. L’attacco alla Lega, mosso dal responsabile economico dem, Emanuele Felice, mirava soprattutto alla sostanza, definendo i condoni richiesti “un’altra ingiustizia”. A ogni modo, sarà l’Agenzia delle Entrate a decretare il semaforo verde. O rosso naturalmente. Gli archivi sono pieni di cartelle bloccate per l’emergenza Covid ma la riscossione dei crediti sembra cosa non realistica.

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