Violenza sugli animali: maltrattare cani e gatti può costare 30mila euro

La violenza sugli animali è un tema delicato. Fortunatamente questi comportamenti riprovevoli sono puniti con la detenzione e con multe decisamente salate

Violenza sugli animali
Fonte Pixabay

La violenza sugli animali è uno dei mali che ancora affligge il mondo in maniera inspiegabile. Sembra assurdo dover ancora sentir parlare di azioni barbariche commesse ai danni di esseri indifesi, che ci danno amore in maniera sincera e incondizionata.

Eppure purtroppo è così. La giurisdizione in tal senso sta facendo notevoli passi in avanti. Dunque prendendo in considerazione cani e gatti che sono gli animali più martoriati, andiamo a vedere quali sono le pene previste per chi si macchia di questi gesti sconsiderati ed efferati.

In primis è bene specificare che la normativa prevista in Italia condanna severamente coloro che commettono abusi, violenze, maltrattamenti e o che addirittura uccidono gli animali.  

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Violenza sugli animali: le pene e le multe previste in caso di maltrattamenti

L’articolo 544-bis del codice penale, gli autori di omicidi perpetrati a cani e gatti (o ad altri animali) vengono condannati alla reclusione che va dai 4 mesi fino a 2 anni. Ovviamente questa norma non è valida per il veterinario che “procura la morte” dell’animale attraverso l’eutanasia. 

Chi commette violenze può incorrere nella detenzione (da 3 a 18 mesi) o in una multa piuttosto corposa che è compresa tra i 5.000 euro i 30.000 euro. Medesimo trattamento per chi somministra agli amici a 4 zampe sostanze stupefacenti. In entrambe le circostanze se si cagiona il decesso del cane o del gatto la pena è da considerarsi raddoppiata.

Per maltrattamenti vanno intesi non solo i comportamenti volontari. Bisogna considerare anche quelli che volti allo sfruttamento. Ad esempio cavalli o gli asini costretti a trainare pesi eccessivi e fuori dalla loro portata.

In generale per debellare questi scempi, è bene segnalare alle autorità competenti. Anche denutrizione e condizioni igieniche non idonee sono ricomprese tra le azioni dannose. La Corte di Cassazione ha esternato che in sede di giudizio possono essere fondamentali dei filmati che testimoniano azioni di molestie nei confronti degli animali.

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