La rata di febbraio 2021 del Reddito di Cittadinanza potrebbe essere l’ultima per molti percettori. Le motivazioni che si celano dietro questa possibilità

Il Reddito di Cittadinanza è sempre stato un po’ il pomo della discordia dei dibattiti politici degli ultimi anni. In alcune circostanze è stato sicuramente strumentalizzato solo per creare asti e malumori.
È innegabile però che nonostante non abbia funzionato a dovere, il sussidio abbia dato respiro in questa lunga fase caratterizzata dalla pandemia. In molti tremano già all’idea che il nuovo governo possa abolirlo, ma al momento tutto tace e non sembrano esserci novità clamorose all’orizzonte.
Di sicuro c’è che per alcuni percettori, febbraio 2021 potrebbe essere l’ultimo mese di erogazione del Reddito di Cittadinanza. Andiamo a vedere il perché di questa drastica ipotesi.
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Reddito di Cittadinanza, le ragioni della sospensione di marzo
Chi ha iniziato a riscuotere l’ammortizzare sociale nel settembre 2019, a febbraio 2021 entra ufficialmente nel suo ultimo mese. Infatti secondo la prassi si può beneficiare del sostegno per 18 mesi consecutivi, dopo di che è necessario un mese di stop nel quale si deve ripresentare la domanda online all’Inps (valida per altri 18 mesi). In alternativa ci si può avvalere dei classici intermediari come CAF o patronati.
Qualora sussistano ancora i requisiti, la prima ricarica del nuovo ciclo avverrà il 15 aprile 2021, mentre le successive il 27 di ogni mese. Vengono inoltri ridefiniti i parametri relativi alle offerte di lavoro che vengono proposte.
Altro tassello fondamentale ai fini della buona riuscita dell’operazione è la presentazione del modello ISEE aggiornato. Fino a quando non verrà fatto il pagamento sarà congelato. È fondamentale per l’Istituto di previdenza sociale per verificare se la situazione reddituale è in linea con i requisiti richiesti per poter ottenere il Reddito di Cittadinanza. Delle variazioni in tal senso potrebbero comportare la perdita di un RDC.