Pensioni, ma quali aumenti? Si prevede un futuro da fame: ecco per chi

Le pensioni del futuro preoccupano i giovani lavoratori per i quali si prevedono assegni pensionistici sotto i mille euro.

Si parla tanto degli attuali aumenti delle pensioni ma nessuno si sofferma sulle previsioni degli importi di domani per i giovani di oggi.

pensioni giovani
Adobe Stock

Il dibattito intorno al tema delle pensioni in Italia si fa particolarmente acceso nel momento in cui ci se rende conto che se gli assegni pensionistici di oggi sembrano bassi, domani lo saranno ancora di più. Portare un piatto in tavola sarà sempre più complicato a meno che vengano messi in atto quei cambiamenti strutturali a cui aspirano i lavoratori. Il 2022 sarebbe dovuto essere l’anno della svolta con il Governo Draghi impegnato a nei primi mesi a creare quella flessibilità in uscita dal mondo del lavoro che rappresenterebbe una garanzia maggiore per i cittadini. La guerra in Ucraina prima e la crisi politica poi hanno interrotto il lavoro e sconvolto i piani interrompendo lo studio di un piano adeguato.

Ora ci sono le elezioni con una campagna elettorale che sembra avere il tema delle pensioni al centro del dibattito ma è solo un illusione. Le proposte avanzate fino ad ora, infatti, risultano difficilmente realizzabili a causa dei costi onerosi.

Pensioni, il quadro della situazione attuale

La pensione di vecchiaia si raggiunge accumulando un determinato numero di contributi versati e raggiungendo una certa età anagrafica. Al momento, l’età di pensionamento in Italia è di 67 anni con 20 anni di contributi alle spalle. Chi soddisfa i requisiti può inoltrare domanda di uscita dal mondo del lavoro all’Agenzia di Previdenza Sociale di competenza eseguendo la procedura nella città di residenza del richiedente o presso la sede della provincia in sui si è svolta l’attività lavorativa.

La situazione attuale è di attesa di un cambiamento per evitare che tutto resti com’è. Nel 2019 si vociferava di un aumento ulteriore dell’età pensionabile ma, per ora, il pericolo per i lavoratori è stato scampato. La decisione è stata rimandata al 2026. In questi ultimi anni, invece, abbiamo conosciuto prima Quota 100 che permette di accedere alla pensione con 62 anni di età e 38 di contributi e poi Quota 102. Attualmente in vigore fino al 31 dicembre dell’anno in corso, Quota 102 ha alzato l’età pensionabile a 64 anni con 38 di contributi. Ma si tratta solo di Quote, ossia di sistemi non strutturali che non concedono la flessibilità necessaria agli italiani.

Chi vivrà con meno di mille euro

Il futuro peggiore si prospetta per i giovani che dovranno andare in pensione a 71 anni. In alternativa potranno scegliere l’uscita anticipata rinunciando ad una quota sostanziosa dell’assegno pensionistico. Tra sistema di calcolo contributivo e penalizzazioni per lasciare prima il lavoro si stimano assegni inferiori a 1.000 euro per tantissimi pensionati di domani nonostante i contributi siano stati regolarmente versati per 35 anni o più.

La previsione pessimistica che sta spaventando i lavoratori si avvererà? Se una vera Riforma delle pensioni con l’introduzione di interventi strutturali favorevoli ai cittadini non verrà messa in atto, il rischio di vivere con pochi spiccioli è reale. Il sistema deve cambiare, l’Italia deve cambiare se vuole rimanere un Paese civile.

Impostazioni privacy