Pagare sigarette e tabacchi con il POS: gli esercenti non ci stanno

Dover accettare il pagamento di sigarette e tabacchi con il POS fa andare su tutte le furie gli esercenti. Nessuno può permettersi di diminuire i guadagni.

Bassi margini di guadagno significa un passo verso la chiusura delle attività. Lo Stato vuole realmente che ciò accada?

sigarette POS
Adobe Stock

L’utilizzo del POS su beni già tassati alla fonte fa discutere. I tabaccai e gli esercenti in generale vedono ridurre i guadagni con l’introduzione dell’obbligo dal 1° luglio e non sono disposti ad accettare di veder fallire la propria attività. La battaglia ha inizio per val valere i propri diritti mettendo in discussione l’uso del POS in relazione ad alcuni prodotti. I negozianti comprendono la finalità per cui il Governo ha deciso di prendere seriamente l’obbligatorietà del POS. Lottare contro l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro è importante ma non a discapito degli onesti lavoratori già alle prese con mille difficoltà economiche. Ricordiamo che dallo scorso 1° luglio chi rifiuterà un pagamento con il POS verrò multato di 30 euro più i 4% dell’importo della transazione negata. In più, verrà escluso dalla possibilità di accedere a diversi Bonus.

Sigarette e tabacchi, il pagamento con il POS fa infuriare gli esercenti

Sta accadendo che i tabaccai chiedano spese extra ai clienti che acquistano sigarette e tabacchi. Il presidente dei tabaccai veronesi Roberto Forini ha segnalato la richiesta dell’euro aggiuntivo da parte di un collega di Bovolone al cliente che ha comprato due pacchetti di sigarette pagando con il POS. Per quanto il comportamento sia da redarguire, Forino sottolinea come le commissioni pagate siano troppo alte tanto da inviare richiesta di aiuto al Parlamento. Un’interrogazione sulla tematica è stata presentata ma, per ora, nessuna risposta è stata fornita.

I tabaccati si trovano in difficoltà perché il loro lavoro deve portare dei guadagni per non arrivare al fallimento. Davanti a clienti che hanno deciso di pagare con carte di credito anche un pacchetto di gomme non sanno come reagire. Per il cliente è un diritto pagare con il POS ma per l’esercente è una mazzata in pieno petto. I problemi nascono soprattutto quando si utilizza il mezzo elettronico per pagare sigarette e tabacchi, ricariche telefoniche, biglietti del bus, del treno e valori bollati. Il credito d’imposta al 30% è insufficiente. I tabaccai chiedono un rialzo per aumentare i guadagni pur utilizzando il POS.

Un passo verso gli esercenti per non portarli oltre i limiti

Gli escamotage per evitare i pagamenti con il POS esistono ma gli esercenti non vorrebbero essere portati ad attuarli. Ad esempio ogni negoziante ha l’obbligo di accettare una sola carta. Se dovessero scegliere la carte Diners ridurrebbero drasticamente il numero di clienti che potrebbero esigere l’uso del mezzo elettronico. Non è detto, però, che non si assisterebbe ad un esodo in massa di chi non possiede queste carte. Altri tabaccai, poi, potrebbero rifiutare una transazione con il POS contando sul fatto che il cliente non denunci l’accaduto.

In conclusione, un passo in avanti verso gli esercenti dovrebbe essere fatto lasciando carta bianca per una sorta di autoregolamentazione che li aiuti a non ridurre eccessivamente i guadagni mentre si rispetta la Legge.

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