In Italia ormai non se ne trovano: altrove invece sono tra i più ricchi

Una delle discussioni più accese in questo momento nel nostro paese riguarda chiaramente gli stipendi, il loro livello.

Sappiamo benissimo, lo dicono praticamente tutti, ne parla la tv, il web, la radio, chiunque insomma, ovviamente i giornali, in Italia si guadagna poco, molto meno rispetto altre nazioni europee. Il problema stipendi nel nostro paese è di fondamentale importanza ma non è l’unico al momento.

Stipendio (Pixabay)
Stipendio (Pixabay)

Nel nostro paese oggi si vive una difficoltà molto particolare, secondo molti dettata proprio da quanto descritto in precedenza. Stipendi troppo bassi, difficoltà a reperire manodopera in numerosi comparti dell’economia. Non c’è oggi un settore che non soffra di questa particolare dinamica. Oggi più che mai le figure ricercate e difficili da reperire sono tantissime nel nostro paese. Spesso in comune, le varie situazioni hanno proprio la poca convenienza, la mancanza di fascino in qualche modo verso quella professione, la consapevolezza che bene o male tutto resterà immobile per anni prima di fare qualche passo in avanti.

Gli orari massacranti in alcuni casi, sostanzialmente le condizioni lavorative che tutto sommato non valgono quello stipendio nella stragrande maggioranza dei casi. Condizioni che a volte varrebbero nessuno stipendio, questo sia ben chiaro, ma in alcuni casi si raggiunge davvero il basso, questo è risaputo. La ristorazione, uno dei settori più colpiti dalle dinamiche di cui sopra soffre in questa fase di una crisi senza precedenti nella capacit di reperire manodopera.

Silvio Moretti, direttore servizi sindacali Fipe ha dichiarato, in merito, quanto segue: “Una forte carenza del personale di sala si sentiva già prima del Covid». Il Centro Studi della Federazione Italiana Pubblici elaborando una serie di informazioni su dati Istat e Inps ha determinato che al momento ci sono ben 39.760 camerieri mancanti, con un totale di 200mila addetti alla ristorazione rispetto all’anno 2019.

In Italia ormai non se ne trovano: ecco quanto si guadagna a New York e Londra

Lo stesso Moretti ha inoltre ribadito quanto segue: “Una parte hanno lasciato a causa della chiusura delle attività per cui lavoravano, ma molti professionisti nel — lungo periodo di incertezza fra un lockdown e l’altro — hanno deciso volontariamente di cambiare settore, prediligendo ambiti come la logistica o la grande distribuzione, che garantivano una continuità lavorativa certa e dove è richiesto in forma minore il sacrificio di lavorare nel week end e nei giorni di festa”.

Nel campo della ristorazione il Contratto collettivo nazionale di lavoro parla di cifre ritenute in alcuni casi, per certi contesti davvero troppo bassi. Un cameriere professionista ha diritto ad una retribuzione minima mensile di 1.500 euro lordi (circa 1.250 euro netti), con 14 mensilità e 40 ore di lavoro settimanali. La verità è che la soglia minima è in realtà un’altra. Un cameriere part time, guadagna all’incirca 680 € netti al mese. Un apprendista cameriere 700 €. Un cameriere professionista prende in media 1.250 €. Nella stagione estiva la media può arrivare anche a 1.450 €. In un ristorante stellato la retribuzione media può raggiungere i 1.750/2.000 €. Nelle pizzerie la paga mensile netta è di 1.200 €, 1.050 € negli agriturismi. Un maitre guadagna circa 1.650 € netti al mese.

Giusto per farsi un’idea possiamo affermare in seguito ad una serie di ricerche effettuate che un che un cameriere mediamente guadagna in giro per il mondo dai 3.750€ di New York, ai 3.500€ della Svizzera, passando per i 2.350€ di Londra. La situazione è delicata, molto delicata, centinaia di migliaia di posti di lavoro rischiano di andare persi, una intera economia di settore rischia di collassare. La soluzione? Aggiornarsi forse, guardare all’Europa e al resto del mondo. Solo in questo modo forse le cose potrebbero

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